Strategia nazionale per i diritti Lgbt+: più empowerment sulla diversità e meno discriminazione

Varata la Strategia nazionale per i diritti Lgbt+ che promuove la parità di trattamento e un piano operativo per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Un mezzo per interpretare meglio il contesto presente e tutelare il benessere di Lesbiche-Gay-Bisessuali-Trans.

“Bene l’approvazione della “Strategia Nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni Lgbt+ – commenta a caldo Cristiana Scelza, Presidente Valore D –. È importante in particolare in contesti di lavoro per incentivare azioni sistemiche di promozione dell’inclusione delle diversità”.

La diversità come ricchezza

Anni di studi e ricerche evidenziano una correlazione stretta tra punteggi alti sul tema della DE&I e i risultati finanziari a fine anno. Secondo la Banca d’Italia, ad esempio, il maggiore accesso femminile al mercato del lavoro – in grado di innalzare il tasso di occupazione all’obiettivo di Lisbona (60%) – porterebbe ad un aumento del PIL del 7%. Se la diversità dunque è sempre più una ricchezza per le aziende e le loro performance, è anche attraverso l’inclusione che si sviluppa la gestione dell’impresa.

“Una organizzazione è inclusiva quando permette alle persone di esprimersi e di esprimere le proprie competenze e il proprio talento: aziende con queste capacità traggono ricchezza da quello che le persone possono portare, ha detto Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D.

Un documento per la tutela

Non solo un quadro normativo da riempire, dunque, quello a cui punta il Dipartimento per le Pari Opportunità e l’UNAR con la nuova Strategia nazionale per i diritti Lgbt+: la tutela dei diritti della comunità, dal lavoro alla scuola, passando per la comunicazione e l’informazione, si rivela un atto doveroso per mettere fine agli effetti devastanti della discriminazione.

Secondo l’ultima indagine dell’Istat-Unar (Report Discriminazioni LGBT 2021-2022), infatti, solo nell’ambiente lavorativo, una persona su tre, tra omosessuali e bisessuali, è stata discriminata. Una su cinque ha vissuto un clima ostile (o subito un’aggressione).

 

Le discriminazioni multiple

La cosa peggiore, ad ogni modo, è quando la comunità LGBT diventa vittima di discriminazioni multiple. Riguarda nello specifico le persone LGBT migranti, diversamente abili, anziane, o donne.

Ed è in questo ultimo caso, dove la discriminazione opera sia sul fronte dell’orientamento sessuale che su quello del genere, che, dati alla mano, l’incidenza è più elevata, considerando il consolidamento nella cultura di massa di un modello femminile stereotipato. La discriminazione qui colpisce il 21,5% delle intervistate (lesbiche e bisessuali) contro il 20,4% degli uomini (gay e bisessuali). Una percentuale che cresce tra i giovani (26,7%) con i sempre più frequenti episodi di bullismo, ma anche tra gli stranieri e gli apolidi (24,7%) per la mancata aggregazione, così come per le persone che vivono nel Sud Italia (22,6%) dove la donna è più confinata al ruolo riproduttivo femminile e alle attività di cura della persona e della famiglia. La Strategia nazionale per i diritti Lgbt+, dunque, si impegna ad abbattere le discriminazioni con misure che partono dalle prime forme di aggregazione sociale.

 

A scuola: più empowerment sulla diversità

Già dai banchi di scuola – dai programmi scolastici al materiale didattico – cambierebbe il modo di comunicare con informazioni oggettive sull’identità di genere, fornendo agli studenti la protezione e il sostegno necessario per accettare i diversi orientamenti sessuali.

Si punta a voler fare più luce sulle disparità e ad indagare nel bullismo con una raccolta sistematica dei dati, così da poter favorire l’empowerment delle persone Lgbt negli istituti, sia tra gli insegnanti che tra gli alunni.

Obiettivo: far sentire la comunità più integrata e accettata, anche con giornate dedicate all’inserimento nel mondo universitario.

 

Lavoro: politiche di Diversity Management

La strategia punta a favorire politiche di Diversity Management.

Per far questo si punta a sensibilizzare i datori di lavoro, le figure dirigenziali, i lavoratori e le lavoratrici, e le associazioni di categoria con la creazione di un network LGBT all’interno delle aziende. Questo, oltre all’istituzione nell’alta dirigenza di un ruolo di “mentore”: modi per eliminare alla base quelle disparità fondate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere in ambito lavorativo e professionale.

Non solo. La Strategia Nazionale per i diritti Lgbt+ propone anche di dare l’avvio alla sperimentazione del primo indice italiano (Equality Index) che misuri l’inclusione e il rispetto delle persone Lgbt nelle imprese. Sarebbe un nuovo benchmark per le aziende che entrerebbe a far parte delle politiche aziendali di responsabilità sociale su base volontaria, ma anche un valore aggiunto che le nuove generazioni apprezzerebbero sin da subito, al momento di scegliere un’azienda in cui lavorare.

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