La Giornata internazionale della parità retributiva, istituita oggi 18 settembre dalle Nazioni Unite, mette sotto i riflettori gli sforzi fatti finora per cercare di ottenere la parità di retribuzione sui luoghi di lavoro.
Le donne sono pagate meno degli uomini in ogni regione del mondo. Un divario retributivo di genere che viene stimato intorno al 20% a livello globale, e che nell’Unione Europea oscilla attorno al 13-14%, con variazioni notevoli tra i diversi paesi: dalla Svezia al 10,0%, alla Germania al 22,6%, passando per Norvegia al 16,5%, Finlandia al 16,8 e Spagna al 13,9%. ln Italia superiamo la media con il 16,5%. (Fonte: Eurostat, Gender Pay Gap in unadjusted form, private sector, 2020).
Gender Pay Gap: le differenze sostanziali in Italia
Nello specifico, sul posto di lavoro in Italia gli uomini vengono valorizzati meglio in termini retributivi sia nel breve sia nel medio periodo.
A un anno dalla laurea di secondo livello guadagnano già il 16,2% in più delle colleghe con lo stesso titolo di studio costruendo un divario che diventa sempre più consistente dopo 5 anni: la differenza arriva al 20%.
La situazione si fa critica nei dipartimenti psicologico, medico-sanitario e farmaceutico oltre a quelli STEM, dell’informatica e tecnologia ICT (con differenziali sempre superiori al 16%).
Più contenuto il divario (al 9%) – ma sempre a favore degli uomini – negli ambiti letterario-umanistico, linguistico e ingegneria industriale e dell’informazione (Fonte: Almalaurea, Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali, 2022).
La disparità retributiva? Una questione di Gender Gap
Quindi, sebbene la parità di retribuzione tra uomini e donne sia stata ampiamente approvata, la sua applicazione pratica è difficile: i progressi per ridurre questo divario sono lenti, sempre correlati all‘uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne.
In Italia i miglioramenti sulla parità di genere rispetto allo scorso anno sono impercettibili (+0,001): il Paese nella classifica mondiale si posiziona al 63° posto, mentre in Europa su 35 paesi è in 25esima posizione prima di Repubblica Slovacca, Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Ceca, Polonia, Malta, Ungheria, Romania, Cipro e Grecia. (Fonte: World Economic Forum, 2022).
All’interno degli ambienti di lavoro, dunque, continuano a persistere rapporti storicamente e strutturalmente diseguali tra donne e uomini, con disuguaglianze e svantaggi che limitano l’accesso delle ragazze alla formazione.
L’intervento della Commissione Europea
La lotta al Gender Gap in Europa durerà almeno per altri 60 anni (Fonte: World Economic Forum, 2022).
La Commissione Europea, che definisce prioritario l’obiettivo all’interno della strategia 2020-2025, per accelerare le cose, ha dunque approvato un mandato negoziale che gli permetterà di avviare trattative con tutti i governi UE per la trasparenza delle retribuzioni. Primo passo: obbligare le aziende con almeno 50 dipendenti a pubblicare i dati sugli stipendi dei dipendenti e a mettere le proprie responsabilità nero su bianco.