Riparte #ValoreD4STEM, la campagna di opinione sul tema della partecipazione femminile in ambito scientifico-tecnologico: in occasione della Giornata Mondiale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza istituita dall’ONU nel 2015, Valore D presenta una raccolta di buone pratiche aziendali, con l’obiettivo di diffondere consapevolezza sul tema del divario di genere nelle STEM, condividere le best practices esistenti e offrire alle organizzazioni uno strumento di riferimento e ispirazione per l’adozione di nuove iniziative.
Perché parliamo di STEM?
La trasformazione digitale che sta interessando il mondo del lavoro porterà nei prossimi anni a una domanda crescente e trasversale di competenze e a nuove importanti sfide, a partire dalla riorganizzazione e automazione di numerosi settori.
L’ambito STEM (acronimo inglese di Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) è quello in cui si registreranno le maggiori opportunità lavorative: oltre agli specialisti e ai tecnici informatici, nuovi profili acquisiranno sempre più rilevanza, in particolare nel campo dei big data, dell’Internet of Things, dell’intelligenza artificiale e della robotica – tutti settori attualmente caratterizzati da una ridotta presenza femminile.
In Italia, ad esempio, la percentuale di donne nel campo del cloud computing è pari al 17%, in quello ingegneristico è del 19% e nell’intelligenza artificiale del 31% (WEF, Global Gender Gap Report, 2020).
Un mondo di stereotipi
Nel nostro paese la differenza di vocazione tra uomini e donne è spiccata: nel 2021 le donne sono state più della metà dei laureati, ma solo una su cinque ha completato un percorso STEM, contro il 40% dei laureati maschi.
La ragione è da rintracciare negli stereotipi che si formano già intorno ai 6 anni (Drawing the Future) e che vogliono le bambine non portate per le materie scientifiche relegandole, una volta adulte, prevalentemente in professioni ricalcate sui ruoli tradizionali e caratterizzate da retribuzioni meno elevate, minore qualificazione e scarse prospettive di carriera.
“Le trasformazioni in atto sono un’occasione utile per ripensare non solo il nostro rapporto con la tecnologia, ma anche i nostri investimenti nel capitale umano: se vogliamo un cambiamento che duri nel tempo, dobbiamo fare in modo che tutte le risorse – nelle loro differenze – siano coinvolte e valorizzate.” – Cristiana Scelza, Presidente Valore D.
Cosa si può fare? #ValoreD4STEM
Da queste premesse è nato #ValoreD4STEM, il progetto di Valore D che si pone l’obiettivo di superare il divario di genere in ambito scientifico-tecnologico. Avviato lo scorso anno attraverso una campagna di sensibilizzazione patrocinata da Pubblicità Progresso (https://www.youtube.com/watch?v=NLjq1U6xKHw), l’iniziativa prevede un piano d’azione ampio che si articola su due fronti: da una parte lavorare nell’immediato per cambiare la cultura del Paese e offrire alle bambine nuovi modelli femminili a cui ispirarsi, indirizzandole verso la scelta di percorsi di studio tecnico-scientifici; dall’altra, intervenire nel breve termine per rimediare alla carenza di risorse STEM valorizzando le professioniste che hanno già maturato esperienza in quest’ambito.
125 buone pratiche aziendali per superare il divario di genere in ambito STEM
All’interno di questa cornice si colloca la raccolta di 125 buone pratiche provenienti dal network di Valore D, che si pone due obiettivi molto concreti: diffondere le “best practices” già implementate da alcune aziende a supporto della presenza femminile in ambito STEM e agire un effetto moltiplicatore che serva come riferimento ed ispirazione per l’implementazione di nuove pratiche.
Tra le “best practices” della raccolta #ValoreD4STEM, già adottate da 33 realtà appartenenti a 10 diversi settori economici, figurano iniziative per l’orientamento di bambine e ragazze verso percorsi STEM; iniziative di reskilling e upskilling per la formazione e la valorizzazione delle risorse interne; azioni di retention per combattere attivamente l’abbandono del lavoro e la rinuncia alle aspirazioni di carriera delle donne STEM ed evitare la dispersione del talento.
“Favorire una cultura d’impresa improntata all’inclusione e alla valorizzazione della diversità non è solo una questione di responsabilità, ma anche un vantaggio competitivo in termini economici per le aziende che sanno riconoscere il valore della parità e dell’inclusione come potenti leve di generazione di valore sul lungo termine.
Le best practices raccolte sono un lavoro prezioso di cui auspichiamo una diffusione ancora maggiore, non solo perché valorizzano le figure femminili in un settore che le vede ancora troppo poco rappresentate, ma anche perché servono a combattere attivamente l’abbandono del lavoro e la rinuncia alle aspirazioni di carriera da parte delle donne.” – Cristiana Scelza, Presidente Valore D.
È possibile consultare la raccolta a questo link:
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