PRIMO MAGGIO: L’IMPORTANZA DEL DIGITALE E DELLE STEM

Celebrata per la prima volta in Italia il 1° maggio del 1891, la Festa dei lavoratori affonda le sue radici in America, in un periodo di grandi e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche che chiedevano condizioni di lavoro più umane e la riduzione della giornata lavorativa da 16 a 8 ore giornaliere.

La legge viene approvata nello stato dell’Illinois nel 1867 ma in Italia bisognerà ancora aspettare decenni di battaglie operaie e di lotte sindacali per ottenere, con Regio Decreto nel marzo del 1923, la giornata lavorativa di 8 ore.

A quasi 150 anni dalla sua prima celebrazione lo scenario del lavoro è radicalmente cambiato a livello globale. Innovazione e progresso tecnologico hanno generato prosperità influenzando ogni aspetto delle nostre vite, creando nuove opportunità, aprendo la strada a nuove e diverse professioni, aumentando la produttività. La maggior parte dei bambini che oggi frequenta la scuola primaria in età adulta svolgerà un lavoro che attualmente non esiste.

 

[wds id=”25″]

 

Il report Future of Jobs Report, 2020 del World Economic Forum stima che entro il 2025 si creeranno 97 milioni di nuovi posti di lavoro in ambiti ad alto impatto digitale – come gli specialisti di big data, di AI, di Internet of Things – e 85 milioni di posti in ambiti più tradizionali – ad esempio segreteria amministrativa, operatori di contabilità e paghe, riparatori meccanici – scompariranno. 

Oggi circa l’80% dei dirigenti sta già accelerando la digitalizzazione dei processi di lavoro e un 50% l’automazione dei processi. Questi cambiamenti avranno un grande impatto e porteranno ad un aumento della richiesta delle “professioni nel futuro” che saranno sempre più legate a competenze negli ambiti di analisi dati, dell’Intelligenza Artificiale, dello sviluppo software e della trasformazione digitale.

Già oggi molte aziende fanno fatica a ricoprire alcuni ruoli perché esiste un elevato disallineamento tra skill disponibili e skill necessarie, soprattutto in ambito STEM settore in cui le donne, in particolare, sono scarsamente rappresentate. I dati dall’EIGE, l’Istituto Europeo per la parità di genere, rivelano che solo due impieghi su dieci nel settore ICT, tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono occupati dalle donne.

Nonostante le ragazze rappresentino oltre la metà dei laureati in Italia (58,7%), sono ancora troppo poche quelle che scelgono un indirizzo di studi nelle materie scientifiche.

A pesare su questa scelta è l’idea di non essere portate per le materie scientifiche, pregiudizio che si plasma già intorno ai 6 anni, quando le aspirazioni lavorative vengono influenzate da stereotipi di genere che si ripercuotono sulle scelte future e influenzano anche la selezione nel mercato del lavoro (fonte: Drawing the future, Chambers)

Favorire la presenza femminile negli ambiti STEM avrebbe effetti positivi per l’economia. Sempre l’EIGE stima che colmare il divario fra uomini e donne nelle professioni tecnico-scientifiche contribuirebbe a una crescita del PIL europeo pro-capite del 2,2-3% nei prossimi 30 anni.

“Gli studi parlano chiaro. Bisogna agire un profondo cambiamento culturale che mostri alle donne le potenzialità di un lavoro in ambito STEM affinché aumenti la loro presenza nei settori che oggi contribuiscono di più all’innovazione e alla crescita del business”, commenta Paola Mascaro Presidente Valore D.

Come Valore D abbiamo voluto realizzare Wanter, una piattaforma online di orientamento professionale gratuita in cui ragazze e ragazzi possono esplorare i lavori più richiesti nei prossimi anni, conoscere le competenze e i percorsi di studio che li preparano a svolgerli e che allo stesso tempo massimizzano i loro talenti, le loro passioni e le loro aspirazioni.

Per scoprire Wanter 

clicca qui

Articoli correlati