Si chiama “reverse mentoring” e consiste nel promuovere lo scambio di esperienze e competenze tra colleghe di generazioni diverse: ne parla Marina D’Incerti su Donna Moderna.
Una strategia aziendale sempre più diffusa per valorizzare i lavoratori over 50, consiste nell’affiancare dipendenti di lungo corso e giovani leve con nuove competenze ma poca esperienza. Una pratica che può rivelarsi preziosa soprattutto per le donne, come spiega Monica Magri, HR & Organization Director di The Adecco Group Italia: «Quando si crea una relazione basata su stima e condivisione di valori, la collaborazione al femminile è efficace». Lo conferma Talenti senza età, la prima ricerca sui lavoratori over50 in Italia curata da Valore D: le donne mature sono più disponibili degli uomini agli scambi generazionali in assoluto, e con le under30 in particolare.
Reverse mentoring: un nuovo approccio
«Il reverse mentoring non è una forma di accoglienza, ma uno scambio di valori e competenze tra generazioni diverse» spiega Simona Cuomo, professore associato alla Bocconi di Milano. «La coppia deve disposta alla generosità professionale reciproca, con obiettivi chiari. Una volta stabilite le regole e il contesto, il reverse mentoring è ideale per creare dialogo in ogni tipo di organizzazione». Insegna un nuovo approccio. Ad esempio, Claudia Bubba e Marsela Collaku hanno sperimentato il reverse mentoring in The Adecco Group. Claudia, 50 anni, in azienda da 20 nella direzione commerciale, è stata affiancata Marsela, 28 anni e una rapida carriera nell’amministrazione.
«Ci siamo seguite nelle nostre giornate-tipo e abbiamo provato a risolvere alcuni problemi del nostro lavoro con gli occhi e gli strumenti dell’altra. Il feeling è stato immediato» racconta Claudia. Hanno creato una relazione su cui contare anche dopo la fine del progetto, a vantaggio delle rispettive carriere. Aiuta a ritrovare autostima e visibilità. La storia di Claudia e Marcela dimostra che le potenzialità del reverse mentoring sono vaste.
Finora si è concretizzato soprattutto in uno scambio tra millennial, che mettono a disposizione le loro conoscenze digitali, e baby boomer, in grado di fornire una mappa di quelle regole non scritte che si acquisiscono con l’esperienza. «Aiutare la crescita di una collega sperimentando la “generosità professionale” è una forma positiva di realizzazione» spiega Monica Magri, HR & Organization Director di The Adecco Group Italia. «Un esercizio utile per offrirsi come role model a una giovane e anche per ricordare chi siamo a noi stesse e all’azienda».