Negli Stati Uniti, dove solo lo Stato della California al momento ha una norma sulle quote di genere, è il Nasdaq, la società che gestisce il listino tecnologico, a chiedere alla Sec (l’authority che regola i mercati) di poter introdurre le quote come requisito necessario per le società quotate.Un’interessante proposta all’insegna della diversità & inclusione potrebbe coinvolgere le 3.249 società quotate nell’includere un maggior numero di donne e rappresentanti di minoranze nei board delle aziende. E ciascuna società dovrebbe riferire i propri dati sulla diversità nel consiglio direttivo – o affrontarne le conseguenze. Anche se si tratta solo di una proposta, quella del Nasdaq di imporre almeno un “diverse director” sul board entro 2 o 3 anni (dipende dalla dimensione dell’azienda) è un passo nella giusta direzione.
Nei CdA dovranno essere presenti almeno una donna e il rappresentante di una minoranza
La proposta del Nasdaq di promuovere nelle società quotate sul proprio listino una maggiore presenza femminile nei Consigli di Amministrazione mette l’accento sulla trasparenza e la comunicazione dei dati: le imprese dovranno divulgare pubblicamente i dati sulla diversità nel proprio board entro un anno dall’approvazione da parte del SEC (Securities and Exchange Commission) della proposta. Quelle inadempienti non solo dovranno spiegare le motivazioni, ma rischieranno anche l’esclusione dall’indice. Le aziende di alto livello dovrebbero soddisfare tutti i requisiti entro quattro anni.
Il Nasdaq ha dichiarato di aver preso questa decisione dopo aver analizzato molto di studi che hanno evidenziato un solido legame tra Consigli di Amministrazione diversificati e una migliore governance aziendale e performance finanziaria.
“Lo scopo del Nasdaq è quello di promuovere la crescita inclusiva e la prosperità per alimentare le economie più forti”, ha detto Adena Friedman, presidente e CEO del Nasdaq, in una dichiarazione. “Il nostro obiettivo con questa proposta è quello di fornire un quadro trasparente per le società quotate al Nasdaq per presentare la loro composizione del Consiglio di Amministrazione e la filosofia della diversità in modo efficace a tutti gli stakeholder; crediamo che questa regola di quotazione sia un passo in un percorso più ampio per raggiungere una rappresentanza inclusiva in tutta l’America aziendale”.
In realtà, già l’85% delle aziende quotate al Nasdaq rispettano i requisiti indicati nella proposta. Lo scorso gennaio Goldman Sachs annunciò, ad esempio, che non avrebbe lavorato all’Ipo di società che non avessero almeno un membro rappresentativo di minoranze sul board. Ve ne abbiamo parlato QUI.
Ed è anche importante notare che il Nasdaq ha una CEO dal 2017, mentre i suoi comperititors (Nyse, Dow Jones, CBoe Global Markets, Lseg) hanno tutti amministratori delegati uomini. Il segnale lanciato è forte e altre realtà potrebbero seguire l’esempio.
“La diversità del Consiglio di Amministrazione è un elemento importante per dare agli investitori fiducia nella sostenibilità futura dell’azienda”, ha affermato Adena Friedman, CEO di Nasdaq.
Valore D promuove la diversità nei board con il programma InTheBoardroom
Valore D realizza programma di didattica executive che prevede percorsi di formazione specifica, confronto e networking con esperti, coaching e laboratori di self-empowerment. Ideato nel 2012 da Valore D con l’obiettivo di guidare e promuovere l’inserimento di donne di talento nei Consigli di Amministrazione, InTheBoardroom ha formato fino ad oggi quasi 400 partecipanti. Di queste, il 46% ha ottenuto una promozione e il 48% è entrato in un Consiglio di Amministrazione.
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