Hera investe in inclusione, diversità e sviluppo delle risorse umane

Hera si è posizionata come terza azienda in Italia e la 14esima al mondo del prestigioso Diversity and Inclusion Index di Refinitiv Thomson Reuters, che ogni anno analizza oltre 7000 aziende quotate in tutto il mondo per orientare gli investitori verso realtà che, oltre ai risultati economici, dedicano particolare attenzione alla soddisfazione dei propri lavoratori – ve ne abbiamo parlato qui.

«Dare valore al ruolo dei lavoratori innesca un circolo virtuoso che impatta positivamente non solo sull’individuo, ma sui risultati stessi dell’azienda» ha raccontato in un articolo online Tomaso Tommasi di Vignani, alla guida del Gruppo Hera in qualità di Presidente Esecutivo.

 

«Chi si sente incluso produce inclusione a sua volta. Anche per questo abbiamo introdotto, già nel 2011, la figura del Diversity Manager per il coordinamento di tutte le attività aziendali dedicate alle pari opportunità, alla tutela delle diversità e dell’inclusione». Ad esempio, Hera conta quasi il 25% di donne tra i lavoratori, un valore in crescita e al di sopra della media nazionale di settore, e sono in aumento le donne nei ruoli direttivi, nel 2018 erano il 32,3% del totale.

 

 

Il welfare di “Hextra”

Ma in quale modo il Gruppo Hera persegue l’obiettivo di rendere sostenibile, conciliabile e agevole il rapporto tra la vita personale e professionale dei propri lavoratori? «Principalmente attraverso Hextra, un modello di welfare in continuo miglioramento che valorizza un impegno iniziato nel 2016, quando siamo partiti con una fase di ascolto per migliorare le iniziative di welfare già esistenti mettendole a sistema. Il risultato è stato vincente, come testimoniano anche i numerosi riconoscimenti ottenuti» dichiara il manager.

Concretamente come funziona? «Hextra è composto da una quota di risorse economiche la cui destinazione è personalizzabile da ciascun lavoratore. Sono diverse le aree interessate dal piano di welfare tra cui è possibile scegliere: salute e assistenza sanitaria, assicurazione e previdenza, sostegno all’istruzione dei figli, servizi alla persona, benessere e sostegno al reddito. C’è attenzione anche nei confronti delle famiglie: penso alle agevolazioni per asili nido e centri estivi e ai contributi per l’istruzione. Ma anche alle borse di studio dedicate ai figli dei nostri dipendenti iscritti alla scuola secondaria di secondo grado e all’università».

 

Il contributo della digitalizzazione

La digitalizzazione ha permesso, ad esempio, di incidere sull’agilità lavorativa introducendo, quasi due anni fa, un progetto di smart working che abbiamo ampliato dopo una fase sperimentale e che oggi interessa circa 1.500 dipendenti del Gruppo. In questo senso, però, bisogna ricordare che un’azienda risulta inclusiva quando rende agevole l’utilizzo di strumenti innovativi senza difficoltà. Per questo sono stati pensati percorsi formativi e di affiancamento ad hoc per i dipendenti, con l’intento di aiutarli nel percorso di digitalizzazione delle attività. Inoltre, per il Gruppo Hera la digitalizzazione è uno strumento su cui investire in favore delle future generazioni» conclude.

 

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