È stato raggiunto l’accordo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo per approvare la tanto attesa direttiva “Women on Boards” che mira a garantire la parità di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa nell’Unione Europea.
Almeno il 40% degli incarichi da amministratori non esecutivi o il 30% di tutti gli incarichi da amministratori dovranno essere donne. Nel caso in cui ci siano due candidati di generi diversi, a parità di qualifiche, la priorità dovrà essere data a quello femminile. Le società dovranno presentare alle autorità competente, una volta all’anno, informazioni dettagliate sugli obiettivi che hanno raggiunto e, qualora fossero in difetto, dovranno riportare come intendono integrare le mancanze.
Il provvedimento ha avuto una gestazione molto lunga, ci sono voluti oltre 10 anni. La Commissione, che aveva posto tale direttiva fra gli obiettivi centrali della sua Strategia dell’Unione per la parità di genere (2020-2025), aveva infatti presentato per la prima volta la sua proposta nel 2012.
A livello globale la sotto-rappresentazione delle donne nei CdA rimane un punto di attenzione per le organizzazioni: nel mondo solo il 18,7% dei posti nei Consigli di Amministrazione sono occupati di donne. Attualmente, solo il 30,6% dei membri del CdA delle più grandi società quotate in borsa dell’Ue sono donne. con differenze significative tra gli Stati membri che vanno dal 45,3% in Francia all’8,5% a Cipro.
L’Italia rappresenta un’eccezione positiva e, con oltre il 36%* dei posti nei Consigli di Amministrazione occupati da donne, sicuramente merito della legge Golfo-Mosca, è uno dei Paesi più virtuosi (*Deloitte, Women in the Boardroom: a global perspective, 2022).
“L’accordo sulla Direttiva #WomenOnBoard tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo per la presenza di donne nei CdA delle aziende quotate è un tassello importante che aspettavamo da tempo. In Italia, con gli ultimi interventi normativi alla legge Golfo-Mosca che pone la soglia dei consiglieri del genere meno rappresentato al 40% è già così. Un aspetto molto importante della direttiva è la soglia del 33% nei ruoli esecutivi, che darebbe più forza alla presenza di diversità, e quindi femminile, nei CdA in cui al momento le donne sono presenti quasi esclusivamente in ruoli di consigliere indipendente e non esecutivo”
commenta Paola Mascaro Presidente Valore D.
“È quindi un traguardo vantaggioso per le donne, gli uomini e le imprese perché apre la strada al talento, alla diversità e quindi alla crescita come dimostrano numerosi studi. Le aziende con maggiore diversità e inclusività sanno leggere meglio i bisogni del mercato, sono più aperte, sono più innovative. Bisogna continuare in questa direzione”.
Eppure Le Amministratrici Delegate sono appena il 2% (in 15 società). Erano poco più del 3% del totale nel 2013. Risulta invece in leggero aumento per le donne il ruolo di Presidente, comunque sotto il 4% del totale. (Fonte: Consob, IX Rapporto sulla corporate governance delle società quotate italiane, aprile 2021).