Le Nazioni Unite dedicano ogni anno la giornata dell’11 ottobre alle bambine e alle ragazze, e alla necessità di promuoverne l’emancipazione nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile con il perseguimento della parità di genere. Perché la parità di genere è la condizione necessaria per società ed economie sostenibili. Si tratta di un vero e proprio investimento sul futuro, soprattutto per quanto riguarda l’istruzione delle ragazze, su cui grava ancora un pesante divario di genere.
Il gender gap nell’istruzione
Le differenze di genere nell’istruzione emergono durante l’adolescenza. È in quel momento che il gap tra maschi e femmine si manifesta con l’acquisizione delle competenze: le ragazze vengono orientate verso materie umanistiche, i ragazzi verso aree scientifiche e tecniche, le cosiddette STEM. Pur essendo più brillanti a scuola, meno soggette a bocciature e capaci di ottenere più spesso il diploma o la laurea rispetto ai coetanei, le ragazze italiane finiscono per raggiungere posizioni inferiori sul mercato del lavoro. Anche in Italia il divario di genere nell’istruzione – nonostante si sia progressivamente ridotto nell’arco dei decenni – resta ancora ampio. I dati AlmaDiploma relativi al 2019 sono illuminanti. Il grafico seguente illustra perfettamente la preferenza delle studentesse per il Liceo e dei ragazzi per l’Istituto tecnico.
Anche all’interno dei vari corsi di studio tecnici la distribuzione è diseguale, mentre meno accentuato è il gap all’interno degli istituti professionali.
Questa gabbia culturale innesca inevitabilmente non solo un divario nei percorsi di studio successivi, influenzando la scelta del percorso di studi universitario, ma anche nei passaggi lavorativi che avverranno post laurea.
La conseguenza è che le ragazze avranno meno probabilità di un coetaneo di essere occupate in futuro. I rapporti come “Education at a glance” dell’OCSE (di cui vi abbiamo parlato qui) indicano come sia ancora bassa la percentuale di donne sul totale dei laureati nelle tecnologie dell’informazione e in ingegneria. Una tendenza che esiste in tutti i paesi OCSE, e vale in particolare per l’Italia.
Il gap si consolida con gli studi universitari
Come dicevamo, la scelta del percorso di studi nelle scuole superiori genera disparità nei percorsi di carriera successivi: questi risultati impongono più di una riflessione. È necessario interrogarsi su quali siano le cause del persistente divario nelle materie STEM e di sbilanciamenti così marcati in termini di scelta del corso di laurea, e cercare di contrastarli, per favorire l’accesso delle donne a corsi con migliori ricadute occupazionali. Si tratta infatti di discipline che nel mercato del lavoro attuale sono maggiormente richieste ed offrono maggiore stabilità lavorativa e redditi medi più alti.
Quali stereotipi di genere permangono circa la presenza femminile nei percorsi STEM?
Gli stereotipi di genere, sono parte di un patrimonio culturale ed emotivo già acquisito in ambito familiare. Questi condizionano subdolamente scelte e comportamenti, convincendo le ragazze della loro inferiorità in campo matematico e scientifico, e facendo percepire l’ingegneria, le scienze e la matematica come temi più adatti ai ragazzi.
Le previsioni sugli scenari occupazionali dopo il 2020 mettono in evidenza un incremento di posti di lavoro in ambito STEM e una mancanza di profili con caratteristiche adeguate per occuparli. Buona parte della mancata copertura delle opportunità è imputabile a una sottorappresentazione femminile nei percorsi di studio STEM. Tutte le rilevazioni nazionali, europee e mondiali convergono nel dire che ci sono interi segmenti del mercato del lavoro e professioni in cui le donne sono poco presenti.
Come intervenire?
Una soluzione positiva al dilemma del divario di genere STEM deve incrociare diverse aree di interventi, dalle azioni educative alla parità di genere, al lavoro. Un modo per incoraggiare le ragazze e superare il pregiudizio di genere che condiziona tutti gli studenti maschi e femmine consiste anche nell’utilizzare modelli di ruolo appropriati. Le ragazze giovani hanno bisogno di confrontarsi con peculiari profili professionali, testimonianze che le informino e le persuadano a non abbandonare il loro potenziale per le materie tecnico scientifico e a sviluppare le proprie competenze.
Valore D realizza in Italia il progetto InspirinGirls, che ha l’obiettivo di creare nelle ragazze consapevolezza del proprio talento liberandole dagli stereotipi di genere che frenano la loro ambizione, attraverso una serie di incontri con donne role model provenienti da settori e professioni diverse, che condividono con i ragazzi delle scuole medie la propria esperienza professionale e di vita, costruendo un ponte concreto tra scuola e mondo del lavoro.
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