Barilla: “Il Filo di Arianna, il nostro programma contro la violenza di genere”

La violenza di genere è un fenomeno strutturale e trasversale, che pervade ogni ambito della società e ha un impatto significativo anche sulla dimensione lavorativa.

Negli ultimi anni, sono numerose le aziende che hanno scelto di agire e diventare parte attiva nel contrasto alla violenza di genere, adottando strategie mirate di sensibilizzazione e formazione e iniziative di comunicazione rivolte alla popolazione aziendale e al pubblico ampio.

Ne abbiamo parlato con Valeria Icardi, Customer Team Director e D&I Board Member di Barilla, che ha partecipato al tavolo di lavoro istituito da Valore D sul tema della violenza di genere e domestica e alla trasmissione Timeline andata in onda su SkyTg24 il 25 novembre 2024.

La parola a Barilla

Nel 2017, Barilla ha avviato un percorso interno aziendale per il contrasto alla violenza di genere. Come nasce il “Filo di Arianna”?

V.I.: L’impegno di Barilla sul tema della Violenza di Genere nasce nel 2017, a seguito del femminicidio di una nostra collega, per mano di un nostro collega, che si è poi tolto la vita.

Da allora è nato in azienda Il Filo di Arianna, programma che raccoglie tutte le nostre iniziative di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della violenza di genere.

In questi anni abbiamo imparato che episodi di questo tipo colgono totalmente impreparati sia come individui sia come organizzazione. Siamo un’azienda di oltre 9000 persone con solidi valori di integrità, responsabilità sociale ed inclusione. Ogni giorno ci impegniamo per creare condizioni di sicurezza fisica e psicologica per le nostre persone. Eppure, abbiamo scoperto che nessuna organizzazione è potenzialmente immune dal fenomeno della violenza maschile contro le donne, proprio perché siamo parte di un contesto socio-culturale e perché il fenomeno è talmente radicato da non avere confini.

Per questo servono competenze, è necessario farsi aiutare da chi conosce e si occupa del fenomeno. È importante costruire un network interno ed esterno con associazioni e organizzazioni che operano sul territorio, come ad esempio Valore D, D.i.Re, Fondazione Libellula, i Centri Antiviolenza.

Quali sono le iniziative più significative che avete realizzato grazie al Filo di Arianna?

V.I.: Grazie al Filo di Arianna abbiamo:

  • attivato da subito un osservatorio di ascolto che ha coinvolto oltre 80 persone degli uffici e degli stabilimenti per dar vita alle prime progettualità;
  • valorizzato il ruolo degli assistenti sociali aziendali e delle prime reti informali di colleghi;
  • diffuso informazioni sulle risorse del territorio (CAV, Ospedale Maggiore Parma…);
  • integrato le nostre polizze assicurative in Italia offrendo una copertura per il supporto psicologico delle donne vittime di violenza;
  • formato specificamente alcuni nostri dipendenti come Ambassador contro la Violenza, insieme a Fondazione Libellula e D.i.re;
  • promosso la formazione sulla nostra piattaforma interna con corsi sui bias di genere e sulle molestie sul luogo di lavoro;
  • comunicato a tutte le nostre persone il nostro impegno continuo e concreto per l’equilibrio e la parità di genere, attraverso iniziative come:
    • il raggiungimento nel 2020 della gender pay equality a parità di mansioni fra uomini e donne;
    • la pubblicazione nel 2024 della Global Parental Leave Policy che assicura globalmente a tutti i genitori, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale, 12 settimane retribuite al 100%;
    • la costante progressione sul fronte della rappresentazione femminile nei ruoli manageriali e di leadership.

Le iniziative dell’ERG “Balance” testimoniano il ruolo fondamentale che le persone possono avere nell’apportare un reale cambiamento, anche nei luoghi di lavoro. Quali sono le attività degli ERG e come hanno cambiato la vostra realtà aziendale?

V.I.: Gli ERG (Employee Resources Group) sono gruppi di dipendenti volontari, che hanno l’obiettivo di promuovere una cultura aziendale sempre più inclusiva e di dare impulso al cambiamento all’interno dell’azienda. Attualmente nel mondo ne abbiamo 18, che mobilitano le forze di oltre 1.500 dipendenti su temi quali l’uguaglianza di genere, la disabilità, i diritti LGBTQ+, la conciliazione vita-lavoro, le tematiche generazionali e culturali. Sul fronte della violenza di genere, l’ERG Balance ha realizzato molte iniziative, fra cui raccolte fondi destinate ai Cav del territorio e incontri molto partecipati sia da uomini che da donne per diffondere la consapevolezza sulle varie forme di violenza, come quella fisica, quella psicologica, quella economica, quelle che avvengono nel mondo digitale e le più subdole del linguaggio e delle micro-aggressioni.

La violenza di genere è un tema che interessa anche gli uomini. Qual è stato il coinvolgimento della parte maschile all’interno delle vostre iniziative?

V.I.: Sin da subito ci è stato chiaro quanto fosse indispensabile coinvolgere anche gli uomini nei nostri percorsi di sensibilizzazione e consapevolezza, dialogando con i linguaggi giusti e ponendo la massima attenzione alla costituzione di panel e pubblico bilanciat. Abbiamo lavorato per costruire una solida alleanza fra generi, sostenendo il valore dell’educazione nel creare uomini e donne lontani da stereotipi e diffondendo il concetto di responsabilità, ossia che cosa ciascuno di noi può fare per costruire una cultura del rispetto e dell’ascolto

Non spetta infatti solo alle donne occuparsi di violenza di genere, discuterne e trovare soluzioni. È un fenomeno culturale, di relazione, di ruolo e di asimmetria di potere che riguarda entrambi i generi.

Barilla è tra le aziende che hanno partecipato al tavolo di lavoro di Valore D sulla violenza di genere e contribuito alla stesura della policy “Dal Silenzio all’Azione”. Cosa ha significato per voi questa esperienza e quanto è importante fare rete con altre organizzazioni?

V.I.: Il Tavolo di lavoro con Valore D ha messo in evidenza che le aziende, come attori sociali, possono fare sistema e avere un ruolo fondamentale di cambiamento culturale.

Possono diffondere informazioni e conoscenza sul tema, essere luoghi di protezione, dare sostegno alle vittime, promuovere la connessione con gli enti che operano sul territorio e, facendo sistema, amplificare l’impatto delle proprie iniziative.

Per noi, come per le altre aziende del network, è stata un’occasione unica per condividere quasi 60 buone pratiche già in essere, testimonianza dell’orientamento comune ad affrontare il tema in modo concreto. Parliamo di pratiche di sensibilizzazione e formazione, tese a sviluppare una cultura aziendale antiviolenza, pratiche di sostegno per le vittime di violenza, iniziative di supporto ad enti e organizzazioni impegnati sul tema, come ad esempio partnership e donazioni. Queste pratiche sono la base per una contaminazione positiva tra le organizzazioni, e possono ispirare la stesura di una policy e la nostra azione collettiva.

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