Il report “Women, labour markets and economie growth” contiene i risultati di un progetto di ricerca condotto negli ultimi tre anni da Banca d’Italia. Fornisce una panoramica sulle differenze di genere nel mercato del lavoro italiano e un confronto con gli altri principali paesi europei. Inoltre descrive le origini di tali divari considerando: le scelte educative e la transizione scuola-lavoro, la maternitĂ e le dinamiche familiari e infine le progressioni di carriera.
L’Italia è uno dei Paesi Europei con il divario di genere piĂą ampio. La partecipazione economica delle donne è inferiore di quasi 14 punti percentuali rispetto alla media dell’UE. Inoltre le donne hanno condizioni lavorative peggiori: lavorano meno ore, hanno piĂą probabilitĂ di lavorare involontariamente a tempo parziale e sono pagate di meno.
L’istruzione ha un ruolo importante sui divari di genere nel mercato del lavoro. Spesso le ragazze hanno performance migliori dei ragazzi durante gli studi. Nonostante ciò le ragazze tendono a frequentare degli indirizzi che offrono meno opportunitĂ lavorative: giĂ a un anno dal termine degli studi si evidenziano divari in termini di tassi di occupazione e salari.
Anche la maternità è ancora un punto critico per l’occupazione e la carriera delle donne. Le politiche a favore della famiglia – come i congedi parentali e i servizi di assistenza all’infanzia – possono svolgere un ruolo significativo nell’incrementare l’offerta di lavoro.
Inoltre anche i datori di lavoro e le politiche di sviluppo all’interno delle organizzazioni hanno un ruolo fondamentale. La segregazione verticale infatti non è data solo dall’indirizzo di studi scelto o dalla penalizzazione della maternitĂ , ma anche dalle dinamiche aziendali. Le donne tendono a ricoprire posizioni meno retribuite e di minore responsabilitĂ .
Il report evidenzia come sia fondamentale stimolare pratiche manageriali aziendali che favoriscano la conciliazione vita-lavoro e di promuovere la presenza delle donne anche nel management di medio livello. Inoltre vengono individuate anche possibili misure politiche che potrebbero contribuire a diminuire i divari di genere esistenti, anche alla luce delle recenti azioni intraprese nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.