Sono il 29% le posizioni aziendali di comando in mano alle donne a livello globale, ossia la stessa percentuale registrata nel 2019. Le aziende che presentano una CEO donna sono, invece, aumentate di 5 punti percentuali arrivando nel mondo al 20% nel 2020 rispetto al 15% dell’anno precedente.
A livello mondiale il 78% delle aziende è coinvolta attivamente nell’abbattimento degli ostacoli alla parità di genere. L‘87% delle imprese ha almeno una donna nel senior management, grazie anche a una maggior trasparenza nelle organizzazioni e alla rendicontazione del divario retributivo di genere. Questi dati emergono dall’ultimo International Business Report (Ibr) – Women in business 2020 di Grant Thornton International, ricerca effettuata a livello globale che raccoglie le risposte di circa 10.000 leader aziendali in 32 Paesi.
In Italia le donne nel ruolo di CEO sono il 23%
Per quanto riguarda la situazione in Italia, le posizioni di CEO occupate dalle donne hanno raggiunto il 23%, andando dunque oltre il dato medio globale e registrando un importante aumento (15%). Più in generale, nel nostro Paese, le donne che detengono posizioni di leadership rappresentano oggi il 28%, con un aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2019.
«In Italia si è osservato un apprezzabile incremento della percentuale delle donne in posizione apicale che si attesta al 28% nel 2020 rispetto a un più modesto 24% nel 2019 – commenta Simonetta La Grutta, Partner e Head of Vat di Bernoni Grant Thornton – ponendo il nostro Paese al 12° posto nella classifica mondiale, insieme a Francia e Stati Uniti. Meno soddisfacente, invece, il risultato delle rilevazioni se si guarda al dato medio degli ultimi tre anni che passa dal 28% al 29%».
E allo stesso tempo risulta in calo la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management, che attualmente si assesta al 18%.
Azioni per il cambiamento
Secondo il report di Grant Thornton è importante continuare a incentivare azioni concrete, volte a eliminare il diversità di genere. «Per continuare a vedere più donne in posizioni senior – afferma Roberta Cipollini, Director di Ria Grant Thornton – le politiche aziendali dovranno essere più determinate in questi obiettivi. Le politiche che garantiscono la valorizzazione della diversità di pensiero e di competenza nei tavoli decisionali, le pari opportunità nello sviluppo della carriera, la propensione al reclutamento e allo sviluppo di culture inclusive devono essere applicate e regolarmente rivalutate al fine di poterne misurare l’efficacia via via. Quando ciò si combina con un reale impegno convinto da parte della dirigenza manageriale avviene un vero cambiamento culturale e di trasformazione dell’organizzazione».
Tra le iniziative più comuni si rilevano: creare una cultura inclusiva (34%), garantire la parità di accesso alle opportunità di sviluppo (34%) e abilitazione del lavoro flessibile (31%). Seguono a pari merito revisione dei processi di reclutamento e mentoring/coaching (26%). Diffude anche: ricompense per alti dirigenti legati agli obiettivi (23%), quote di genere (22%) e allenamento inconscio (21%).