Tra due secoli la parità salariale tra uomo e donna

Basteranno poco più di due secoli, per l’esattezza 217 anni, e poi nel 2236, se le cose procederanno con la stessa cadenza di oggi, finalmente tutte le donne potranno avere uno stipendio pari a quello degli uomini.  Questo il calcolo fatto da uno studio Usb dal titolo «Donne sull’orlo di una crisi di numeri» che fa il punto della situazione sulla disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro.

 

Punta dell’iceberg il gap salariale

«Nel lavoro dipendente le donne sono pagate il 23% in meno rispetto agli uomini, percentuale che sale al 29% per il lavoro autonomo e al 38,5% tra le lavoratrici più istruite. Alle condizioni attuali, il gap salariale sarà colmato nel 2236», si legge nel report. E tutto questo accade in un mercato del lavoro in cui l’occupazione femminile è al 49,5%, contro il 68,5% di quella maschile, nonostante siano più istruite degli uomini (63% le diplomate, 58,8% i diplomati). La disoccupazione femminile è al 10,4%, contro l’8,4%, numero che potrebbe sembrare relativamente basso, se non fosse che le donne, soprattutto le giovani (15-24 anni), scivolano rapidamente dalla disoccupazione all’inattività.

Ma le donne, sempre secondo l’indagine Ubs, vantano anche un altro primato: il record di lavoro non retribuito, il lavoro di cura di bambini e anziani. Ogni casalinga lavora gratis 2539 ore l’anno, contro le 1507 ore delle occupate e le 826 degli uomini (occupati e no)» emerge dallo studio Usb.

Sono numeri impietosi che testimoniano quanto sia ancora lunga la lotta per l’uguaglianza e restituiscono quell’asimmetria di opportunità che il mercato del lavoro riserva alle donne e agli uomini.

 

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