Il mese del pride è un’occasione importante per celebrare l’orgoglio, la visibilità e l’unicità della comunità LGBTQIA+, caratterizzata nella sua storia da numerosi movimenti per il raggiungimento della libertà e il riconoscimento dei diritti fondamentali.
In Italia, le persone appartenenti a questa comunità compongono il 3% della popolazione e tra loro 8 su 10 hanno sperimentato almeno una forma di micro-aggressione in ambito lavorativo legata all’orientamento sessuale (Indagine Istat e Unar sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+, 2022). Oggi più che mai è necessario contrastare gli stereotipi e i pregiudizi che ancora permeano il contesto culturale per favorire una rappresentazione inclusiva che rispetti l’identità delle persone.
Rainbow Map 2024: che cos’è e a che punto è l’Italia?
La Rainbow Map di ILGA-Europa, prodotta per la prima volta nel 2009, è una classifica annuale di 49 paesi europei su una scala compresa tra 0% (violazioni gravi dei diritti umani, discriminazione) e 100% (rispetto dei diritti umani, piena uguaglianza). Per creare questa classifica ILGA-Europe – la principale organizzazione LGBTI in Europa, si basa sulla presenza di leggi e politiche che hanno un impatto diretto sui diritti umani delle persone LGBTQIA+ e per farlo utilizza 75 criteri, divisi in sette categorie tematiche: uguaglianza e non discriminazione, famiglia, crimini generati dall’odio e discorsi d’odio, riconoscimento legale del genere, integrità corporea intersessuale, spazio della società civile e asilo.
Nonostante alcuni stati retrocedano in classifica e altri siano caratterizzati da leggi immobili nel tempo, vari paesi hanno fatto passi avanti nel promuovere la tutela dei diritti LGBTQIA+: l’Estonia, il Lichtenstein e la Grecia hanno lavorato per promuovere il diritto al matrimonio e alla famiglia, mentre altri paesi si sono impegnati nella lotta contro i crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale, sulle caratteristiche sessuali e sull’identità di genere come nel caso della Germania, dell’Islanda, della Bulgaria e della Slovenia.
Quanto all’Italia, la Rainbow Map del 2024 dipinge una situazione meno positiva per il nostro Paese che, nonostante sia un membro del G7, quest’anno si posiziona al 36esimo posto in Europa (25,41 punti percentuale), arretrando di due rispetto al 2023 (l’Ungheria è 29esima con 32,53%). Al seguito, in ordine di graduatoria, troviamo Georgia, Lettonia, Bulgaria, Romania, Ucraina, Polonia, San Marino, Principato di Monaco, Bielorussia, Armenia, Turchia, Azerbaijan e Russia.
Il quadro indicato sottolinea la necessità di un cambio culturale continuo e costante che inizia dall’abbattimento dei pregiudizi e degli stereotipi, a volte anche inconsci, che ancora persistono nel nostro Paese. Infatti, il rapporto sull’omofobia in Italia “Cronache di ordinaria omofobia da maggio 2023 a marzo 2024”, continua ad aggiungere alla lista casi di violenza verbale e fisica su tutto il territorio italiano, casi che, oltretutto, rappresentano solo gli episodi denunciati.
“[…] L’Europa ha bisogno di leggi e politiche più forti per proteggere le persone LGBTI. Senza queste, non possiamo parlare di sicurezza, Stato di diritto e democrazia”.
Chaber, direttore esecutivo di ILGA-Europe
Valore D: la diversità è potenza
Valore D e il suo network di aziende associate mirano a creare ambienti di lavoro dove tutte le persone vengono valorizzate nelle loro unicità esperienziali e identitarie, con l’ambizione di generare un cambiamento che si diffonda in tutta la società italiana e oltre. Proprio per questo l’associazione riconosce, all’interno del contesto culturale odierno, il bisogno di una maggiore sensibilizzazione, educazione e informazione riguardo agli orientamenti affettivi, sessuali, all’identità di genere e in generale nei confronti di tutte le esperienze che caratterizzano la comunità LGBTQIA+. Valore D, infatti, sostiene le aziende nello scambio di buone pratiche e progetti vincenti e fornisce alle loro persone gli strumenti per imparare a comunicare consapevolmente e creare luoghi più inclusivi.
A partire dall’iniziativa #ValoreD4Pride l’associazione ha creato alcuni momenti di sensibilizzazione sui social come la Genderbread person, il biscotto elaborato da Sam Killerman e riproposto da Valore D in occasione del pride 2023 che rappresenta una breve guida per aiutare a distinguere tra orientamenti affettivo e sessuale, identità di genere e sesso anatomico, alcuni concetti base per la comunità LGBTQIA+ ma che non sono ancora assimilati da tutto il grande pubblico.
Inoltre, sempre sotto l’ombrello di #ValoreD4Pride, è possibile trovare il carousel informativo che tratta del coming out nel mondo del lavoro, cos’è l’outing e perché è così essenziale parlare di questi temi. Infatti, fare coming out non è un dovere ma una scelta e ancora troppe persone rinunciano a farlo per paura delle conseguenze sul lavoro, a scuola o a casa. Per questo motivo è importante che le organizzazioni creino luoghi di lavoro sereni e inclusivi, in cui tutte le persone possano sentirsi libere di esprimere sé stesse. Sempre più studi sottolineano che, oltre a portare svariati benefici alle imprese, l’impiego di strategie DEI all’interno del mondo lavorativo ha un impatto positivo sul ruolo delle persone LGBTQIA+ e sul loro senso di appartenenza.
Per approfondire le proprie conoscenze sulle tematiche, nella sezione Magazine di valored.it è possibile leggere l’articolo “Giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia: riflettere sulle parole per cambiare il mondo” scritto in occasione del 17 maggio da Alice Orrù, copywriter e content designer specializzata nel linguaggio inclusivo e accessibile. Oltre a delineare una guida per iniziare ad approcciarsi all’esperienze e ai termini della comunità LGBTQIA+, Orrù fornisce spunti di riflessione e di lettura per continuare a formarsi.
E nel caso in cui gli spunti non bastassero, ecco la news dell’anno scorso “#ValoreD4PRIDE: letture, film, podcast” per ampliare ulteriormente lo sguardo su questi temi ed essere parte del cambiamento.
Valore D incontra: Cathy La Torre, Francesco Cicconetti e Stefano Libertini
Per favorire una rappresentazione accurata ed inclusiva della comunità LGBTQIA+ è importante dare spazio alle persone che ne fanno parte.
In occasione dell’uscita di “Non solo parole. Guida a una cultura condivisa”, un progetto Valore D in collaborazione con Feltrinelli Education che mira a fornire gli strumenti per usare le parole con consapevolezza, Cathy La Torre (ig: @avvocathy) ha raccontato della sua esperienza come persona non binaria, del suo incontro con le aziende, del significato di “inclusione” e del peso che le parole hanno sull’identità queer.
Nel contesto de Il Tempo delle Donne 2023, Francesco Cicconetti (ig: @mehths,) scrittore, digital creator e divulgatore, oltre che punto di riferimento essenziale per la comunità LGBTQI+ italiana, ha tenuto il Valore D Talk “Senza chiedere permesso – Dall’identità alla libertà: un percorso di consapevolezza” dando vita a una conversazione su libertà e identità, su come dare ascolto a ciò che sentiamo, e sul potere della fiducia.
Nel sesto episodio di SCELTE, il podcast di Valore D che esplora la diversità in alcune delle sue sfumature, Stefano Libertini, in arte @protopapa, artista, Dj, produttore musicale, direttore creativo condivide il racconto del suo percorso professionale ricco e sfaccettato, definito dalle sue passioni ma anche dalla volontà di dare voce alle diverse identità che compongono la nostra società. Consapevole della propria omosessualità sin dall’adolescenza, Protopapa si è dovuto scontrare con un ambiente ostile e respingente. Ma con il tempo e la scoperta di nuovi ambienti ha capito l’importanza dell’educazione alla diversità, non solo attraverso il racconto diretto, ma anche attraverso l’arte: la musica, gli spettacoli, il cabaret sono strumenti altrettanto fondamentali nel percorso verso l’eliminazione dei pregiudizi.