Q, l’assistente vocale con voce neutra, oltre gli stereotipi di genere

Né uomo, né donna. Si chiama “Q” ed è la prima voce artificiale neutra creata dal collettivo Virtue Worldwide col supporto di Unesco, per combattere gli stereotipi di genere che si concretizzano nel nostro rapporto con la tecnologia, anche quella degli assistenti vocali.

L’intelligenza artificiale, infatti, non è “neutra”: secondo uno studio di Ai Now Institute della New York University riportato dal Fatto Quotidiano, il suo sviluppo, a opera di squadre composte all’80%  di bianchi di sesso maschile, può essere condizionato dagli schemi mentali e i bias di coloro che programmano l’Ai.

 

Superare i gender bias nell’intelligenza artificiale

Un esempio è rappresentato anche dalle voci degli assistenti vocali. Troppo spesso si tratta di voci femminili, che danno assistenza e rafforzano i gender bias, con l’idea che le donne abbiano un ruolo subordinato. Per questo è stata sviluppata “Q“: voce artificiale neutra per combattere la discriminazione. Del resto, perché quando si pensa a un assistente si pensa a una donna?

Si tratta del risultato della collaborazione tra Unesco e il network creativo anglo-americano Virtue Worldwide e la ricercatrice danese Anna Jorgensen che, unendo le forze, hanno creato una voce artificiale che va oltre ogni tipo di stereotipo. Ottenuta elettronicamente, la tonalità si colloca in una banda di frequenze che oscilla attorno ai 153Hz, percepiti come “neutrali”.

 

 

Sul sito ufficiale di Q è possibile ascoltare le sue prime parole. Un messaggio deciso che si conclude con la richiesta di condividere la sua voce con Microsoft, Apple, Google e Amazon affinché inseriscano anche una voce neutra tra le varie opzioni che offrono nelle impostazioni.

Un cambio di rotta decisivo è necessario, non solo cambiando le voci, ma includendo più donne, garantendo e favorendo tutta la diversità, che porta maggiore efficacia in qualunque progetto, di qualunque settore.

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