Per la prima volta nella storia dei Nobel dedicati alla scienza, due donne dividono il premio più ambito dai ricercatori di tutto il mondo. Il Premio Nobel 2020 per la Chimica è andato quest’anno a due donne: la francese Emmanuelle Charpentier e l’americana Jennifer A. Doudna. Il premio è stato assegnato per lo “sviluppo di un metodo per la scrittura del genoma, che contribuisce allo sviluppo di nuove terapie contro il cancro e può realizzare il sogno di curare malattie ereditarie”, ha sottolineato la giuria di Stoccolma. La scienziata francese, 51 anni, e l’americana, 56 anni, diventano così la sesta e settima donna a vincere un Premio Nobel per la Chimica dal 1901.
Una grande notizia che ha seguito solo di un giorno l’assegnazione del Premio Nobel per la Fisica congiuntamente a Reinhard Genzel e Andrea Ghez “per la scoperta di un oggetto compatto supermassiccio al centro della nostra galassia” (condiviso con Roger Penrose).
La ricercatrice Andrea Ghez è la quarta donna a vincere un Premio Nobel per la Fisica, appena ricevuta la notizia ha dichiarato:
“Spero di ispirare altre giovani donne a dedicarsi a questo campo del sapere. La fisica è uno studio che può regalare così tante soddisfazioni e se si è appassionati di scienza, c’è veramente molto da fare”.
“I hope I can inspire other young women into the field. It’s a field that has so many pleasures, and if you are passionate about the science, there’s so much that can be done.”
– Andrea Ghez speaking at today’s press conference where her #NobelPrize in Physics was announced. pic.twitter.com/aVTa5EQqMr
— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 6, 2020
Un messaggio incoraggiante, come quello della chimica Emmanuelle Charpentier:
“Il mio augurio è che questo sia un messaggio positivo per le donne che vogliono seguire la strada della scienza, e che dimostri loro che anche le scienziate possono avere un impatto attraverso la ricerca che stanno svolgendo”.
“My wish is that this will provide a positive message to the young girls who would like to follow the path of science, and to show them that women in science can also have an impact through the research that they are performing.”
– 2020 Chemistry Laureate Emmanuelle Charpentier. pic.twitter.com/0yWdih3hpl
— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 7, 2020
Il disequilibro nei Premi riflette il gender gap nelle STEM
Il gender gap non risparmia nessun settore, tanto meno il premio più prestigioso a cui si possa ambire. Il dato positivo è che, nel corso degli anni, il numero di donne insignite del Premio Nobel è aumentato: sono stati 856 uomini e soltanto 54 volte sono state donne a vincere il premio, ossia il il 4% del totale dei premi assegnati.
Il numero delle Nobel scende a 21 se consideriamo le studiose che lo hanno ottenuto nelle discipline STEM. Solo una donna, Marie Curie, è stata premiata 2 volte, con il Premio Nobel per la Fisica del 1903 e il Premio Nobel per la Chimica del 1911. Ciò significa che 53 donne in totale hanno ricevuto il premio Nobel tra il 1901 e il 2019.
Il fatto che 4 premi su 6 siano prettamente scientifici ha sicuramente un peso nel divario di genere e l’attribuzione del Nobel. Pochissime sono le donne che, nel corso degli anni, hanno ricevuto la prestigiosa nomina. Basti pensare che quando Donna Strickland ha ricevuto il Premio per la Fisica 2018, ha interrotto serie esclusivamente maschile che durava da 54 anni, diventando la terza donna nella storia a riceverlo in quel settore. Ci sono state solo 5 vincitrici nella Chimica. A difesa di questa proporzione drasticamente impari, si dice sempre che questa rispecchia lunghi anni nel corso dei quali questa era la proporzione presente dei laboratori stessi.
Le cause, insomma, si intrecciano e i pregiudizi di genere hanno ancora troppa influenza. Per dirla con le parole della biofisica Rosalyn Yalow, che accettava il Nobel per la Medicina nel 1977 con un celebre discorso dopo una carriera passata a superare le discriminazioni:
“L’incapacità delle donne di raggiungere posizioni di comando è dovuta in gran parte alla discriminazione sociale e professionale (..) dobbiamo credere in noi stesse o nessuno crederà in noi; dobbiamo alimentare le nostre aspirazioni con la competenza, il coraggio e la determinazione di riuscire; e dobbiamo sentire la responsabilità personale di rendere più semplice il cammino per chi verrà dopo”.