L’Italia fa qualche progresso nelle pari opportunità, ma resta il fanalino di coda tra i maggiori Paesi avanzati. Il Global Gender Gap Report del World Economic Forum denuncia progressi troppo lievi e un peggioramento del divario tra donne e uomini nel nostro Paese. Si registrano piccoli passi avanti nella situazione lavorativa e la maggiore presenza femminile nel potere politico e governativo portano la Penisola al 70esimo posto su 149 Paesi, dall’82esimo in cui si collocava nel 2017.
L’Italia è quart’ultima in Europa Occidentale ed è ultima se si considerano i big del mondo industrializzato. In generale, nel 2018 – sottolinea il rapporto – nel mondo è ridotto un po’ il divario di opportunità che pesa sulle donne, dopo il peggioramento del 2017. L’indice globale sul gender gap è pari al 68%: per arrivare alla completa parità bisogna percorrere un lungo cammino. Il World Economic Forum dichiara che per arrivare alla parità di genere nella politica, nella salute e nell’istruzione a livello globale serviranno 108 anni e addirittura 202 anni saranno necessari per chiudere il gender gap sul posto di lavoro.
Rispetto allo scorso anno l’Italia ha chiuso il gender gap al 70%, risalendo di un punto. Il nostro Paese va un po’ meglio nelle opportunità economiche e lavorative, pur restando a fondo classifica in questo ambito (118esima con un gap chiuso solo al 59% contro, ad esempio, l’80% dei Paesi scandinavi), perché è aumentata la partecipazione delle donne alla forza lavoro e si sono ridotte le disparità di reddito, che sono comunque molto ampie.
Vanno decisamente meglio le opportunità nel potere politico, dove l’Italia sale al 38esimo posto grazie al numero di donne in Parlamento e in posizioni ministeriali. Per la salute la Penisola è al 116esimo posto (ma qui il gap tra i sessi è chiuso al 96%) ed è 61esima per il divario nell’istruzione (anche in questo caso con la differenza ridotta al minimo).
Dove resta molto da fare, in campo lavorativo, è la scarsa partecipazione femminile al settore della tecnologia e dell’intelligenza artificiale: solo il 28% della forza lavoro è composta da donne. Lo spazio da recuperare è quindi molto più ampio che in altri settori lavorativi e potrebbe fare la differenza nel colmare il genere gap.
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