Che consigli pratici dare alle donne per non soccombere sul posto di lavoro davanti a ineguaglianze, ingiustizie e incapacità nel gestire le trattative? Tre editorialiste del New York Times hanno deciso di raccogliere le proprie esperienze, dimostrando che gli stereotipi di genere in azienda sono mostri difficili da abbattere, ovunque.
Nonostante i chiari vantaggi che le donne hanno tratto nel corso dei decenni, anche negli Stati Uniti il loro progresso sul posto di lavoro sembra essersi fermato. Il numero di Amministratori delegati donna nelle aziende Fortune 500 è del 5% ed è diminuito del 25% nell’ultimo anno. In Gran Bretagna, uno studio della British Equality and Human Rights Commission ha scoperto che un terzo dei datori di lavoro pensa ancora che sia possibile chiedere a una donna durante un colloquio di lavoro se ha intenzione di avere figli. Non lo è.
Come in Italia, le donne negli Stati Uniti si laureano di più degli uomini, eppure devono ancora lavorare quattro mesi in più per guadagnare quello che i loro colleghi maschi bianchi hanno guadagnato l’anno precedente, secondo i dati del censimento degli Stati Uniti. Che cosa sembra ostacolare i maggiori passi avanti delle donne sul posto di lavoro?
Una questione di stile (di leadership)
Innazitutto, per molto tempo, alle donne è stato insegnato a “comportarsi da uomini” per fare carriera sul lavoro. Hanno tirato fuori qualità che sembravano caratterizzare i leader di successo – autorità, decisione, non essere “troppo accessibile”.
Ma, sempre secondo il New York Times, una nuova generazione di donne leader sta rovesciando le vecchie regole, accogliendo tratti come l’empatia e la collaborazione, e rifiutando di sopprimere le qualità che le rendono ciò che sono (alcuni potrebbero definire queste qualità come “femminili”, ma altri preferiscono chiamarle le caratteristiche di leader a tutto tondo.)
Quando le donne mostrano tratti caratteriali tipicamente associati alla leadership maschile – tratti come la decisione, l’autorità o l’assertività – possono essere viste come prepotenti o troppo aggressive. Eppure, quando le donne mostrano le caratteristiche che tradizionalmente ci si aspetta dalle donne – come la gentilezza, la cura e il calore – tendono ad essere percepite come fragili, troppo deboli o sensibili per il ruolo.
La buona notizia è che una ricerca di un professore della Harvard Business School, Amy Cuddy, e colleghi, ha scoperto che le donne possono compensare questo pregiudizio di genere facendo di queste caratteristiche un punto di forza, combinando queste qualità e trasmettendo empatia e competenza. Esistono semplicemente più stili di leadership.
In questo modo non si vuole sostenere che le donne siano leader innatamente migliori. “Questo non è necessariamente il caso”, ha detto Marianne Cooper, una sociologa dell’Università di Stanford che studia genere e leadership. Ma ci sono alcune cose che le donne imparano da una vita di operare in spazi dominati dagli uomini – cose come la pazienza o la perseveranza – che possono essere essenziali per rafforzare la leadership.