OSCE: gender gap del 30% nelle retribuzioni per le laureate italiane

Le laureate in Italia guadagnano in media il 30% in meno rispetto agli uomini, mentre la media Ocse è del 25%. Tali valori variano dal 26% in meno per le donne tra i 55 e i 64 anni al 36% in meno per le 35-44enni. Èsolo uno dei dati in cui l’Italia non brilla secondo quanto emerge dal Rapporto “Education at a Glance 2019″, uno sguardo annuale dell’Ocse a strutture, finanziamenti e prestazioni dei sistemi educativi dei Paesi a economie avanzate.

Uno sguardo all’istruzione

Un altro problema rilevato dal rapporto è che in Italia resta troppo bassa la quota di laureati, anche se i giovani tra i 25 e i 34 anni con un titolo di educazione terziaria aumentano, passati dal 19% del 2007 al 28% (34% per le giovani donne). Mentre nella fascia 25-64 anni solo il 19% ha una laurea: una notevole distanza rispetto alla media dei Paesi Ocse, che è del 37%. Ad approfondire gli studi sono per lo più le donne: la percentuale di donne tra i dottori raggiunge il 53% in scienze naturali, matematica e statistica, il 58% nelle discipline artistiche e umanistiche e il 64% nei settori della sanità e della previdenza sociale.

 

Ancora troppo pochi, invece, i laureati nelle discipline STEM, che pure garantiscono migliori prospettive di lavoro: più uomini conseguono un dottorato in ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia (64%), ma la percentuale di donne in questo campo (36%) è comunque superiore alla media OCSE (32%). Dal punto di vista dell’occupazione, chi ha una laurea in discipline STEM i tassi d’occupazione sono vicini alla media Ocse. Lavora l’87% dei laureati in tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’85% degli ingegneri. Mentre la quota di laureati in ingegneria è decisamente bassa (15%), pur in leggero aumento tra i più giovani (17%).

 

 

Laurea sì o no?

Dalla lettura dei dati Ocse si evidenzia che l’istruzione e la formazione tecnica e professionale rappresentano una valida alternativa per l’ingresso nel mondo del lavoro: i giovani adulti (25-34enni) che hanno un diploma professionale, secondo il Rapporto, hanno prospettive d’impiego simili ai laureati, a differenza della maggior parte degli altri Paesi dell’Ocse dove il tasso di occupazione è superiore per i giovani adulti laureati.
Inoltre, come si ricordava in apertura, la distribuzione dei redditi degli adulti laureati è diseguale tra uomini e donne: le donne guadagnano in media il 30% in meno rispetto agli uomini (media Ocse: 25%), tali valori variano dal 26% in meno per le donne 55-64enni al 36% in meno per le 35-44enni.

 

Tasto dolente, il livello della spesa italiana per l’istruzione

La spesa del nostro Paese rimane ancora tra le più basse dei Paesi Ocse: l’Italia investe solo il 3,9% del prodotto interno lordo nel sistema d’educazione considerato nel suo complesso, dalla scuola primaria fino alla formazione terziaria. La media della classifica Ocse è del 5% del Pil. In valore assoluto, il Belpaese spende 8.300 dollari in media per studente, quando la media OCSE ne impegna 9.800. L’università italiana, molto più che la scuola, soffre di carenza di risorse: spendiamo appena l’1 per cento del Pil nell’istruzione terziaria (molto sotto la media Ocse). Così – concludono gli autori del rapporto – è difficile aumentare significativamente la quota di laureati, garantendo una didattica di qualità.

 

 

Per leggere il rapporto completo Education at a Glance 2019 

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