Occupazione femminile: il cambiamento passa dalle Role Model

Donna e tecnologia è un binomio importante per la crescita professionale e vincente del Paese. Ma per sostenere la crescita è necessario ampliare il ruolo delle donne nel mondo del lavoro e nelle posizioni apicali e manageriali, facilitando contestualmente il congruo bilanciamento vita – lavoro. Ne parla Alessia Valentini per StartUpItalia!.

 

L’Italia è uno dei paesi europei con i livelli più bassi di occupazione femminile. Dai dati Eurostat (rielaborazione Openpolis, febbraio 2019) risulta che rispetto a una media Ue di 66,5 occupate ogni 100 donne tra 20 e 64 anni, l’Italia si trova al penultimo posto con il 52,5%. Il dato si riversa rovinosamente sul mancato apporto verso il PIL per un valore pari a circa 268 miliardi di euro, (pari a oltre il 18% del PIL). E l’Italia si posiziona al secondo posto come paese con il più ampio divario occupazionale uomo-donna: 19,8 punti differenza rispetto a una media Ue di 11,5. Se infine si considerano le donne con figli, il divario aumenta di circa 10 punti e quindi fra l’83,6% di padri italiani occupati e il 55,5% di madri italiane lavoratrici con almeno un figlio, risulta un gap di 28,1 punti a fronte di una media europea di 18,8 punti percentuali.

Nell’ ambito della stessa ricerca emerge anche come nei maggiori paesi Ue le donne con due figli partecipano al mercato del lavoro in misura maggiore delle italiane senza figli, oppure il numero delle donne lavoratrici con più di tre figli nei maggiori paesi Europei non è molto diverso dal numero di lavoratrici italiane con un solo figlio, da cui discende una ovvia relazione fra il numero di donne che lavorano e la presenza di asili nido che possano sostenere la prima infanzia.

 

La raoadmap da affrontare

La situazione italiana è stata anche confermata, ad esempio, dai lavori dell’osservatorio sul gender gap creato dal Gruppo Minerva di Federmanager nella giornata di approfondimento dal titolo “Donne e Tecnologia nell’epoca della rivoluzione digitale”. Durante il workshop si è sottolineata l’importanza dello sviluppo dell’occupazione femminile specialmente nei settori della tecnologia digitale affinché l’occupazione femminile qualificata diventi parte essenziale di una strategia nazionale unitamente a produttività e retribuzioni.

Tuttavia le leggi e le misure adottate dalle aziende possono aiutare cambiare le percentuali ma non la percezione, ancora saldamente ancorata alle più profonde convinzioni degli individui: ovvero, la percezione che in termini lavorativi una donna valga meno di un uomo. Ebbene sì, sembra proprio che siano i pregiudizi inconsci una delle cause fondamentali che contribuiscono alla lentezza del processo di riduzione del gender gap.

Ma allora come cambiare le percezioni? Sicuramente grazie alle Role Model: solo vedendo sempre più donne in posizioni di prestigio e di potere si può acquisire fiducia. Per le donne è ancora in salita, ma gli esempi virtuosi di empowerment possono aiutare a fare qualche passo avanti. Fondamentale, in ogni caso dare voce e potere alle iniziative al femminile.

 

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