La campagna #Nonèdamaschio di InspiringGirls, progetto di innovazione sociale promosso in Italia da Valore D, in partnership con Eni, Intesa San Paolo e Snam, intende smontare, attraverso il racconto di quattro role model, lo stereotipo secondo cui alcuni lavori o attività sarebbero più adatti ai ragazzi rispetto alle ragazze o voceversa, che ci siano quindi “lavori da maschio” o “lavori da femmina”.
Quattro straordinarie role model raccontano alle ragazze come hanno sconfitto gli stereotipi di genere nelle loro professioni, ancora tradizionalmente e culturalmente considerate “da uomini”. Queste professioniste hanno spesso dovuto percorrere strade poco battute, trovando il coraggio di perseguire il loro obiettivo, anche quando, come nel caso di Antonella Celletti, si è la prima pilota della compagnia di bandiera e comandante. C’è poi Kiara Fontanesi, prima donna a vincere quattro mondiali consecutivi di motocross e 6 volte campionessa del mondo; Teresa Agovino, ingegnera ambientale con la passione per la sostenibilità e, infine, Arianna Pomposelli, calciatrice di calcio a 5 della nazionale italiana.
“Cambiare la narrazione e diffondere modelli alternativi è cruciale per combattere gli stereotipi e i pregiudizi che influenzano i nostri figli fin da piccoli. Già a 11 anni le ragazze immaginano il loro futuro legato a professioni tradizionalmente femminili o di cura, ad esempio l’insegnante, la veterinaria, la cuoca, e non si immaginano a svolgere professioni che percepiscono più adatte ai maschi quali l’ingegnere, il medico e l’informatico” dichiara Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D.
“L’obiettivo della campagna #Nonèdamaschio di InspirinGirls – aggiunge – è alimentare i sogni delle ragazze, far loro immaginare che possono fare e diventare quello che desiderano, senza doversi limitare in ruoli predefiniti, possono diventare scienziate, ingegnere, astronaute, possono – anzi devono – sognare in grande!” “È necessario un grande cambiamento culturale e sociale che scardini alla base il gender gap, dobbiamo mettere in campo tutte le azioni possibili a cominciare dal raccontare ai bambini – sin dalla più tenera età – che possono costruire il loro futuro senza modelli predefiniti, serve promuovere percorsi di studio meno stereotipati, come quelli nelle materie scientifiche o STEM. È un impegno che ci deve vedere tutti uniti, affinché le opportunità offerte dalla rivoluzione tecnologica e digitale possano essere colte da un numero sempre maggiore di donne, per un futuro equo e sostenibile”.
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