In occasione della Settimana nazionale delle discipline STEM, lo scorso 7 febbraio, presso la Sala Biancamano del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano, si è tenuto l’Inspiring Tour – Un Viaggio nelle STEM, un evento organizzato da Inspiring Girls Italia – progetto di innovazione sociale promosso in Italia da Valore D con il supporto di Eni e Intesa San Paolo – in collaborazione con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia.
Un giorno al museo per conoscere le STEM
Durante la giornata, alla quale hanno partecipato circa 80 studenti delle scuole secondarie di primo grado “Primo Levi” e “Gianni Rodari” di Milano, alcune role model che si sono affermate in ambienti STEM generalmente considerati “maschili”, hanno raccontato la loro storia con l’obiettivo di incoraggiare ragazze e ragazzi a coltivare le proprie ambizioni in ambito scientifico-tecnologico.
Le cinque protagoniste della mattinata sono state Chiara Montanari, ingegnera e capo-spedizione in Antartide, Patrizia Caraveo, Dirigente di Ricerca all’Istituto Nazionale di Astrofisica, Martina Balestra, Structural Geologist presso Eni, Francesca Pippione, Head of Renewables Engineering and Modeling Department presso Eni e Sabrina Brusadin, Program Manager presso Italcertifer S.p.A.
A seguire, uno speed mentoring in piccoli gruppi composti da studenti, studentesse e Role Model, e una visita guidata del Museo, che ad oggi conta 21.000 beni, 36 esposizioni permanenti tematiche, 14 laboratori e 3 opere d’arte digitale interattiva.
L’esperienza è stata moderata dallo scrittore, divulgatore scientifico e autore di programmi televisivi dedicati alla scienza e alla cultura, Davide Coero Borga.
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#nonèdamaschio: al via la terza edizione della campagna
Nel corso dell’evento è stata presentata anche la terza edizione di #nonèdamaschio, la campagna di Inspiring Girls contro gli stereotipi di genere a scuola e nel mondo del lavoro.
Chiara Montanari (ingegnera e prima donna italiana ad aver guidato una spedizione internazionale in Antartide), Rachele Somaschini (pilota automobilistica, oggi impegnata a correre con le macchine da rally nei campionati europei e italiani), Cynthia Graci (la prima vigile del fuoco della storia della caserma di Sesto San Giovanni e del Comando provinciale di Catania), Riccardo Federle (ostetrico) e Giorgio Minisini (pluricampione mondiale ed europeo di nuoto artistico) sono i cinque modelli che Inspiring Girls – grazie al supporto di Eni e Intesa San Paolo – ha voluto coinvolgere nell’edizione 2024 di #nonèdamaschio.
“Valore D è da sempre impegnata per decostruire quei pregiudizi di genere che influenzano i sogni e le ambizioni delle giovani generazioni. Vogliamo ispirare ragazzi e ragazze a immaginare una visione non stereotipata del loro futuro. Con il progetto Inspiring Girls da anni cerchiamo di portare nelle scuole modelli di successo alternativi e dimostrare che non esistono studi più adatti ai ragazzi o alle ragazze e professioni “da maschio” o “da femmina”. Dobbiamo far capire ai nostri giovani che possono fare e diventare tutto quello che desiderano”, ha dichiarato Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D, che ha aggiunto: “È un tema culturale che riguarda tutti, anche gli uomini sono soggetti a pregiudizi e stereotipi. Per questo, con la campagna “Non è da maschio” di quest’anno ci siamo voluti rivolgere non soltanto alle ragazze ma anche ai tanti ragazzi vittime dei preconcetti, che spesso si sentono dire ‘Ma questo non è un lavoro da maschio!’. C’è ancora bisogno di modelli che ispirino le ragazze e i ragazzi a seguire la propria strada abbattendo il muro dei pregiudizi affinché il “da maschio” o “da femmina” non esistano più”.
Giorgio Minisini, role model contro i pregiudizi
Giorgio Minisini, medaglia d’oro nel solo libero del nuoto artistico maschile ai Mondiali di Doha, è uno dei role model selezionati per ispirare le nuove generazioni a non limitare la propria libertà di scelta e a realizzarsi con successo anche in ambiti ancora troppo spesso condizionati da stereotipi di genere.
“Ho iniziato la carriera di nuotatore artistico per gioco. Il mio percorso è stato facile all’inizio, perché i bambini hanno la mentalità molto aperta e quindi c’era molta più curiosità che pregiudizio. Ma è stato più difficile crescendo, intorno agli anni delle medie e del liceo. Mentre ci si costruiva la propria identità, qualcuno lo faceva a scapito degli altri”, ha detto Giorgio Minisini a “Non è da maschio”. “Sicuramente – ha aggiunto il campione mondiale – per molti anni ho dovuto passare molto tempo a convincere le persone che avessi diritto a fare lo sport che avevo scelto e solo dopo venivo giudicato come atleta. Da quando questo diritto mi è stato consegnato dalla Federazione Internazionale, faccio di tutto affinché nessun ragazzo che segue le nostre orme si debba trovare a combattere gli stessi mostri che abbiamo dovuto combattere noi della prima generazione”. “Va bene essere ciò che si è, va bene diventare ciò che si sente di essere”, ha concluso Minisini.