Stefania Godoli è la donna da 46 miliardi di euro.
È così che, non a torto, la definiscono la stampa e MilanoFinanza dal momento che è questa la portata delle operazioni che ha gestito negli ultimi anni in qualità di Head of Equity Capital Markets di UniCredit.
Un aumento di capitale di 13 miliardi di euro dall’inizio del 2017 grazie al suo operato, una serie di innumerevoli dossier da oltre un miliardo di euro gestiti in passato, una trentina di professionisti sotto di lei fra le tre città di Milano, Londra e Monaco, due nomine a unica italiana fra le 100 donne più influenti della finanza europea e una a Financial Advisor of the Year durante gli Women in Finance 2018. Fra un conto e l’altro, riesce anche, incredibile ma vero, a dedicarsi a tre figli e all’ashtanga yoga.
Forse non tutti vorrebbero essere Stefania Godoli, forse non a tutti interessa il potere, non questo, eppure ognuno di noi riconosce che la sua storia non è solo un esempio di eccellenza individuale, ma anche la dimostrazione che queste eccellenze possono svilupparsi solo all’interno di un ambiente che le favorisce e valorizza. Unicredit si distingue da tempo per aver effettuato un cambiamento a favore del cambiamento e della parità di genere in un ambiente, quello finanziario, dove di donne se ne sono sempre viste poche. La banca si è recentemente ripromessa di raggiungere il 30% di donne all’interno dei propri CdA e ha firmato i Women’s Empowerment Principles delle Nazioni Unite. Come risultato, negli ultimi 12 mesi, il 32% di donne è stato assunto ai vertici della società.