Le donne e la fisica: il Cern, Strumia e quelle che vincono il Nobel

Mercoledì scorso, in occasione di una conferenza sulla fisica e le pari opportunità presso la sede del Cern di Zurigo, il Professor Alessandro Strumia, dall’Università di Pisa, ha fatto un intervento che non era stato esattamente previsto: «la fisica non è roba da donne».

Il docente avrebbe chiesto al Cern se potesse presentare il più recente documento bibliometrico e di “teoria fondamentale sul genere” (che potete scaricare da questo link). Si tratta di una scienza, cioè, che utilizza tecniche statistiche per analizzare i modelli di distribuzione delle pubblicazioni scientifiche e verificarne l’impatto all’interno della comunità accademica.
Con questa scienza, Strumia ha spiegato come le donne ottengano meno assunzioni nel mondo lavorativo della fisica non perché questo decida di non accoglierle, ma perché, semplicemente, sono meno predisposte degli uomini allo studio e alla pratica della disciplina. Allo stesso modo, ha continuato, anche i bambini sono più bravi nelle materie scientifiche delle loro coetanee.

«Le donne, infatti, sono fatte per professioni sociali, personali, che offrano loro un contatto con l’altro, non per le cose pratiche»

Con la stessa teoria, il docente ha anche illustrato la discriminazione che gli uomini devono sopportare, attraverso esempi che includono studentesse che non devono pagare le tasse (o hanno degli sconti) per studiare materie STEM in Italia. Insomma: la logica di parità, ha spiegato, si sta sostituendo a quella del merito.

Il discorso di Strumia ha avuto grande eco non solo in sala durante la conferenza, ma anche sui social media. Tant’è che molti hanno descritto la sua presentazione come sessista. Nel frattempo, il professore è stato temporaneamente sospeso dal Cern con effetto immediato.

In realtà, contro le teorie bibliometriche del Professor Strumia, l’Osservatorio del Politecnico aveva già messo in luce nel 2017 alcuni dati allarmanti sui percorsi delle studentesse STEM. Le quali, dopo la laurea e nonostante i voti migliori rispetto ai loro colleghi maschi, una volta nel mondo del lavoro guadagnano in media 265 euro in meno al mese. Anche i loro contratti sono peggiori: solo il 37,7% delle ragazze riesce a ottenere un indeterminato, a fronte del 51,8% dei ragazzi. Il vero disincentivo all’assunzione e scalata femminile nel mercato del lavoro, anche scientifico – come vi dicevamo qui – è ancora troppo spesso la cultura aziendale.

 

Donna Strickland. Fonte: Waterloo University

 

Caso vuole, inoltre, che proprio in concomitanza con le dichiarazioni di Strumia, il Nobel per la fisica 2018 sia stato vinto da un gruppo di tre scienziati in cui compare anche una donna. Donna Strickland, insieme ai colleghi Arthur Ashkin e Gérard Mourou, è stata premiata per le scoperte nel campo dei laser e della luce. Si tratta della terza donna a ricevere il riconoscimento per la fisica. L’ultima, nel 1963, era stata Maria Goeppert-Mayer che aveva studiato la configurazione dell’atomo. Prima di lei, 60 anni prima, il Nobel per la fisica era stato assegnato a Maria Curie. Nelle 108 edizioni del Nobel, in tutte le discipline, sono state solo 49 le donne premiate, contro i 925 uomini.

 

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