Le regole di autodisciplina delle società quotate sono state riscritte: anche dopo il 2020, gli organi sociali delle imprese dovranno continuare a riservare una percentuale pari ad almeno il 30% del totale alle donne.
La famosa legge Golfo-Mosca del 2011, che aveva introdotto l’obbligo di minimo un terzo di rappresentanza femminile nei Consigli di Amministrazione delle società quotate, aveva infatti validità temporale di soli 10 anni. Ai tempi, in effetti, si sperava che fosse questo il tempo necessario per rimuovere gli ostacoli che limitavano l’accesso delle donne ai ruoli di vertice e offrire loro più opportunità di crescita. Forse un decennio non è sufficiente al rinnovamento culturale di un paese, forse sì, fatto sta che a partire dal 2020, alla scadenza della legge, ci penserà il Codice di autodisciplina delle società quotate (il cosiddetto Codice Borsa) a mantenere valido quel 30%.
Non trattandosi di una legge, non sono previste norme vincolanti ma solo “linee preferite”. Le società che non seguiranno queste linee dovranno fornire spiegazioni. “Insomma, c’è una remora forte a non farlo e un rischio reputazionale implicito non banale, per chi decide di disapplicare le norme del Codice – scrive a questo proposito la Repubblica – In alcuni casi possono esserci motivazioni valide, da esplicitare, ma nella maggior parte delle volte è più conveniente aderire che chiamarsi fuori. Nel caso dei posti nei consigli riservati alle donne – peraltro nella misura ridotta di un terzo – sarà ben difficile trovare motivazioni nobili o anche solo accettabili per non applicare la norma. Non più per legge, ma per opportunità”.