Lavoro, servizi alle famiglie e donne tra le priorità del governo Pd-M5s

Nel giorno in cui ha chiesto la fiducia alla Camera dei Deputati per il suo governo-bis, Giuseppe Conte ha lanciato alcuni importanti messaggi riguardanti le donne, in particolare sullo spinoso tema del lavoro, con annesso riferimento al gender pay gap.

Lavoro, servizi alle famiglie e donne, quindi, tra le priorità del governo Pd-M5s: l’intervento di questa mattina del Presidente del Consiglio alla Camera sembra confermare la volontà di adottare misure incisive per il lavoro e per la parità di genere.

 

Ampliare l’accesso al lavoro a giovani e donne

Nel suo lungo discorso il Presidente del Consiglio ha illustrato gli impegni della sua nuova squadra: “La sfida sul piano interno è quella di ampliare la partecipazione alla vita lavorativa delle fasce di popolazione finora escluse, soprattutto tra i giovani e le donne, particolarmente nel Mezzogiorno. Dobbiamo perciò rimuovere gli ostacoli. Serve lavoro con salari adeguati e degni di un Paese civile. Scarsa formazione, conciliazione lavoro-famiglia e servizi alle famiglie sono le prime leve sulle quali agire.

 

Servizi alle famiglie e lotta alla discriminazione di genere

Il premier ha spiegato poi nel dettaglio le singole misure che il governo intende adottare. Scuole, asili nido e servizi alle famiglie, specialmente quelle con figli, saranno prioritari.

Senza dimenticare la conciliazione dei tempi di lavoro con gli impegni familiari, misura che favorirebbe una più completa integrazione delle donne: “Rafforzare l’offerta e la qualità di un’educazione fin dal nido è un investimento strategico per il futuro della nostra società perché combatte le diseguaglianze sociali, che purtroppo si manifestano sin nei primissimi anni di vita, e favorisce una più completa integrazione delle donne nella nostra comunità di vita sociale e lavorativa”.

E prosegue: “Dobbiamo contrastare la falsa mitologia per cui la cura della comunità familiare, dei figli e degli anziani possa essere di ostacolo a una più intensa partecipazione al mercato del lavoro. Il simultaneo perseguimento di questi obiettivi è possibile con adeguate politiche di offerta di servizi alle famiglie, coerente distribuzione del carico fiscale, lotta alla discriminazione di genere, in particolare nei luoghi di lavoro“.

E infatti l’esperienza degli altri Paesi europei mostra che dove, come in Francia, c’è un efficiente sistema di welfare familiare fatto di nidi pubblici e sussidi, le donne con figli lavorano addirittura più delle altre. Al contrario l’Italia, con un tasso di occupazione femminile sotto il 50%, è fanalino di coda in Ue insieme alla Grecia.

 

La parità di genere rientra nel dibattito politico

Infine, riguardo al divario salariale di genere, Conte ha aggiunto anche un altro impegno per il governo: “Ci prefiggiamo di introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni; è una battaglia che vogliamo portare a termine al più presto per tutte le donne”.  Il gender pay gap in Italia è un vero problema: oggi le donne guadagnano il 20,7% in meno, secondo gli ultimi dati di Eurostat. Come se le donne rispetto agli uomini lavorassero gratis due mesi.

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