La rivoluzione digitale come trampolino di lancio per l’occupazione femminile

Transizione tecnologica e automazione offrono innumerevoli opportunità. Ma è fondamentale che le donne siano protagoniste della transizione: in ballo ci sono 160 milioni di posti di lavoro (oltre che la parità di genere). Ad analizzare in che modo la transizione digitale influenzerà il mondo del lavoro al femminile sotto l’influenza delle nuove tecnologie e l’avanzare dell’automazione è stato il McKinsey Global Institute con il rapporto “The future of women at work”.

 

Il futuro del lavoro

Malgrado sia impossibile prevedere con precisione assoluta come il mondo del lavoro evolverà di qui al 2030, quel che è certo è che per le donne l’evoluzione delle professioni e la nascita di nuovi posti di lavoro in chiave tech costituiscono una grande opportunità di sviluppo personale, professionale e sociale. Anche in termini economici: stipendi più alti e più tempo a disposizione da dedicare ad altre attività, senza doversi ridurre al giogo della scelta tra lavoro e famiglia.

Secondo il rapporto McKinsey, però, condizione imprescindibile è che le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini. Non solo in termini di accesso alla tecnologia, ma anche di opportunità di studio e attraverso misure di sostegno alla famiglia altrimenti, la transizione digitale potrebbe diventare motivo di ulteriore accentuazione degli squilibri di genere.

 

 

Con la rivoluzione digitale, tra i 40 e i 160 milioni di donne entro il 2030 si ritroveranno a cambiare lavoro o a dover aggiornare le proprie competenze all’interno della propria posizione: un numero che comunque rappresenta una sfida a livello globale nei termini dell’integrazione femminile nell’economia del lavoro. Sebbene i lavori del futuro siano concentrati al 60% in settori oggi dominati dagli uomini, dalla programmazione alla sicurezza informatica, dalla robotica all’intelligenza artificiale, le donne avrebbero le capacità e le competenze per inserirsi a pieno titolo in questi contesti (tant’è vero che le nuove tecnologie nei prossimi anni offriranno un buon 20% di posizioni lavorative in più per le donne).

 

La sfida da cogliere

Nel terziario, la tecnologia integrerà i processi lavorativi: le donne potrebbero sfruttare a pieno queste possibilità, avvalendosi della rivoluzione digitale come un reale trampolino di lancio per il proprio successo lavorativo. La realtà attuale, però, è che la transizione rimane più difficile per le donne rispetto agli uomini, non solo per ragioni di tempo (la formazione e l’aggiornamento di competenze ne richiedono tanto), ma anche in termini di accesso e per livello di istruzione. Oltre che per effetto di barriere culturali. Ad oggi, infatti, meno del 20% dei lavoratori in ambito tech è donna, gli uomini nel mondo hanno il 33% di opportunità in più di accedere ad internet rispetto alle donne, e appena il 35% degli studenti di materie STEM nel mondo è femmina. La risposta a tutto questo, ancora una volta, è la necessità di politiche adeguate a sostegno dell’istruzione e dell’impiego femminile e verso la parità di genere, o il gap nei prossimi anni rischia di allargarsi in misura ancora maggiore.

 

Ma di quali lavori si tratta?

Secondo McKinsey, il settore della sostenibilità in ambito aziendale sarà sicuramente uno dei più proficui. Anche tra gli ingegneri del machine learning le opportunità sono in sensibile aumento: tra il 2012 e il 2017 il numero di ingegneri specializzati su questo tema è decuplicato. Eppure, ad oggi solo il 14% dei professionisti dell’intelligenza artificiale è donna.

Per quanto le riguarda, in particolare le professioni in ambito sanitario, di assistenza clienti e servizi andrebbero per la maggiore, mentre le posizioni ingegneristiche, legate all’informatica, alle scienze ambientali e alle costruzioni rimarrebbero appannaggio maschile. Superare queste limitazioni è possibile, ma McKinsey mette in guardia: le donne potranno occupare nuovi posti di lavoro soltanto se avranno acquisito le competenze, la mobilità e la flessibilità che consentano loro di competere effettivamente con gli uomini.

 

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