La giocatrice brasiliana e Ambasciatrice ONU che si schiera per la parità salariale

Mondiale femminile, oggi l’iconica sfida Italia-Brasile. Sara Gama, la capitana d’Italia, spera che una partita così “evocativa” per i tifosi di calcio aiuti anche ad aumentare l’interesse verso la nazionale femminile. «Italia-Brasile è importante nell’immaginario collettivo degli italiani e noi siamo contente che questa partita sia vista così e possa attirare ancora di più la gente verso di noi», dice con orgoglio.

Soprattutto visto che il Brasile può vantare tra le sue fila un’icona della storia del calcio femminile: Marta Vieira da Silva, per tutti semplicemente “Marta”. L’attaccante, giocatrice dell’anno FIFA per ben 5 volte consecutive dal 2006 al 2010, porta avanti anche un’altra battaglia, chiede la parità salariale tra uomini e donne e nell’ultima partita giocata contro l’Australia ha approfittato della platea globale per amplificare il messaggio sociale di cui è promotrice da anni: dopo aver realizzato il rigore contro l’Australia, ha indicato il proprio scarpino su cui c’era disegnato il simbolo dell’equal pay.

 


 

E, come riporta il Messaggero, il sottosegretario generale dell’Onu, la sudafricana Phumzile Mlambo-Ngcuka che è anche direttore esecutivo per l’uguaglianza di genere, ha reso omaggio a Marta e al suo gesto. Lo ha fatto con un tweet in cui sottolinea che la campionessa sudamericana, che è testimonial di Onu Women, dopo aver realizzato il rigore contro l’Australia che ha fatto di lei l’unica donna ad aver segnato in cinque diversi Mondiali (16 gol in tutto), è un esempio da imitare. «Fate come la leggenda Marta, nostra ambasciatrice»  ha twittato assieme alla foto di Marta il sottosegretario dell’Onu -, che non perde occasione per prendere posizione sul gender pay gap che attanaglia lo sport.

 

Marta Vieira da Silva con la maglia della Nazionale brasiliana

 

Intervistata dai network del gruppo Globo alla vigilia della sfida contro l’Italia, Marta ha parlato proprio di questo: «È una lotta costante – ha spiegato Marta – ed è triste vedere che dobbiamo ancora fare certi gesti per ottenere ciò che chiediamo.  Ad esempio, io adesso devo rinnovare con il mio sponsor tecnico personale, e mi hanno offerto una cifra molto più bassa di quella che darebbero a un uomo. Ecco perché ho fatto quel gesto, per lottare per i nostri diritti. Fra gli ingaggi delle calciatrici e quello dei colleghi maschi c’è troppa differenza e ogni volta dobbiamo lottare sul campo per dimostrare chi siamo. Dobbiamo far capire che l’uguaglianza è necessaria».

La pensa come lei la vincitrice del Pallone d’Oro donne, la norvegese Ada Hegerberg, che per protesta contro la mancata parità salariale ha deciso di disertare questi Mondiali.

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