Kering per la parità in azienda: ampliata la policy sul congedo parentale

Grandi novità per il gruppo Kering, colosso del lusso mondiale, che migliora ulteriormente la sua politica parentale: dal primo gennaio tutti i dipendenti avranno un minimo di 14 settimane di permesso per maternità, paternità, adozione o assistenza al partner. Un congedo da prendere nei 6 mesi successivi alla nascita o adozione, indipendente dalle circostanze personali o dal luogo di lavoro del dipendente e retribuito al 100%.

 

Favorire la carriera femminile garantendo gli stessi benefit e diritti a uomini e donne

 

Con questa mossa Kering uniforma, verso l’alto, le condizioni di tutti i suoi dipendenti e spinge in modo deciso a un maggior impegno degli uomini. In Italia, per esempio, i papà possono prendere un congedo facoltativo pagato il 30% dello stipendio. Una percentuale troppo bassa (soprattutto considerando che gli stipendi maschili sono mediamente superiori a quelli femminili) che porta a non utilizzare i permessi.

 

«Estendendo questi benefit anche ai papà e ai partner, non solo concediamo a tutti gli stessi diritti; ma supportiamo anche le donne nello sviluppo della propria carriera, dato che uomini e donne avranno diritto al medesimo periodo di congedo», sottolinea, infatti, Béatrice Lazat, Chief People Officer di Kering. «Da quando abbiamo annunciato sulla nostra piattaforma interna questo ulteriore nuovo impegno, tutti i team hanno reagito in modo entusiasta, e sicuramente continueremo a promuovere il tema all’interno». Ora si tratta di tradurre in concreto l’opportunità. «Non è banale – dice Lazat – garantirla in tutte le parti del mondo. Richiede molta preparazione, ci abbiano investito molto».

 

Beatrice Lazat, Chief People Officer di Kering

 

 

È uno dei tanti esempi di come spesso il mondo economico sia più avanti della politica, anche perché la parità di genere, a cominciare dalla conciliazione tra vita privata e lavoro, è un’esigenza sempre più sentita dalle nuove generazioni. In Europa, ad eccezione di qualche Paese scandinavo, di Spagna e Portogallo, c’è un grave ritardo nella legislazione. L’annuncio di Kering avrà un largo impatto largo visto che il gruppo è presente in oltre cinquanta Paesi con 35 mila dipendenti.

Nel 2017 Kering aveva già ampliato le garanzie assicurando 14 settimane di maternità per tutti i dipendenti e 5 giorni per paternità e assistenza al partner interamente retribuiti. «Siamo molto soddisfatti dei risultati di quel primo passo ed è anche per questo motivo che abbiamo deciso di andare oltre. Volevamo offrire una parità di trattamento per entrambi i genitori».

 

Articoli correlati