Il soffitto di cristallo rimane ben saldo ai vertici delle aziende europee: è quanto emerge dal Gender Diversity Index 2021 (GDI), lo studio europeo presentato da European Women on Boards (EWoB), di cui Valore D è membro. Il Gender Diversity Index 2021 ogni anno analizza la rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione e nei vertici aziendali delle più grandi realtà europee. Il GDI è lo studio più completo ad analizzare la rappresentanza femminile nei diversi livelli – nei CdA, a livello apicale e nei comitati – proponendo una fotografia completa della leadership femminile. Nel 2021 il report ha analizzato 668 società quotate di 19 paesi europei registrando che, alla velocità del cambiamento attuale, l’obiettivo del 40% di donne nei CdA entro il 2025 non sarà raggiunto. Che cosa è emerso dall’analisi?
Donne e leadership in Europa: i progressi sono in stallo
Nel 2021 solo il 35% dei membri dei CdA erano donne, un aumento di un solo punto percentuale rispetto all’anno precedente. A livello apicale, l’assenza delle donne è ancora maggiore, con gli uomini che occupano l‘81% delle posizioni. E su 668 aziende analizzate, solo il 7% (ovvero 50) è guidata da un’amministratrice delegata, un miglioramento insignificante rispetto alle 42 CEO donna del 2020.
Il rapporto GDI rivela inoltre che le aziende guidate da una CEO donna hanno il doppio delle donne in posizione apicale (38%) rispetto alla media delle aziende (19%), mentre nelle aziende guidate da un uomo le donne vengono selezionate solo per un 30% delle posizioni vacanti.
Norvegia, Francia e Regno Unito sono i più vicini alla parità di genere con un GDI di circa 0,7, seguiti da Finlandia e Svezia. Tra i paesi che hanno almeno 10 aziende presenti nell’analisi, la Grecia si posiziona al livello più basso, seguita da Polonia e Svizzera. (Nota: il Lussemburgo mostra un basso GDI di 0,3 ma ha solo 9 aziende nel campione analizzato). I 3 paesi al top della classifica:
- GDI Norvegia: 0.72;
- GDI Francia: 0.71;
- GDI Regno Unito: 0.67.
“Sorprendentemente, il progresso è lento anche in alcuni paesi noti per essere generalmente gender equal come i paesi nordici. Anche in questi paesi il potere economico è concentrato in una cerchia ristretta che spesso esclude le donne”, nota Hedwige Nuyens, presidente di European Women on Boards.
Le aziende stanno iniziando a riconoscere l’importanza della parità di genere e si registra piccolo miglioramento. Oggi 84 aziende (13% del campione) hanno un GDI di 0,8 (o superiore), rispetto alle 62 aziende nel 2020. L’azienda che ha fatto i maggiori progressi nel periodo 2020-2021 è Admiral Group (UK), che è passata da un punteggio di 0,60 a 0,93. Il progresso nella parte bassa della classifica è purtroppo ancora lento.
In Italia le donne CEO scendono al 3%, uno dei livelli più bassi della classifica
Con un Gender Diversity Index di 0.62 – leggermente superiore alla media europea – l’Italia cresce di poco rispetto al 2020, ma mantiene invariata la 6° posizione collocandosi nella parte alta della classifica davanti a Danimarca (0.61), Belgio e Olanda (entrambi con 0.58)
I dati indicano che l’Italia ha la più alta percentuale di donne nei Comitati dei CdA/Consigli di Sorveglianza (47%) anche a seguito di un impianto legislativo favorevole, ma è scesa in terza posizione per numero di donne a capo dei CdA (15%).
Al di fuori dei consigli di amministrazione la leadership femminile è ancora lontana dall’essere bilanciata: la percentuale di donne nei livelli esecutivi, infatti, è solo del 17% – contro il 32% della Norvegia e il 24% di UK.
Infine, la percentuale di donne CEO in Italia è scesa al 3% (lo scorso anno erano il 4%) il che ci posiziona in fondo alla classifica assieme a Germania (3%) e Svizzera (2%) e dietro a Spagna (4%) e Portogallo (6%), contro il 26% della Norvegia, il 18% della Repubblica Ceca e 14% della Polonia
“Anche se posizionati nella parte alta classifica per GDI, in Italia c’è ancora un tema di rappresentanza femminile. Il dato del 3% di donne ai vertici delle aziende è preoccupante e dimostra che siamo molto lontani dalla parità e che c’è ancora tanto lavoro da fare per cambiare la cultura aziendale. Lo studio di EWOB parla chiaro: le aziende guidate da una CEO hanno il doppio delle donne in posizione apicale rispetto alla media delle altre aziende. È quindi necessario accelerare, promuovere lo sviluppo della leadership inclusiva e creare una pipeline di talenti femminili”
commenta Paola Mascaro, Presidente di Valore D.
L’azienda che per GDI si colloca al 1° posto nella classifica in Italia e al 28° nella classifica complessiva delle 668 aziende europee analizzate è Unicredit.
Per consultare il nuovo Gender Diversity Index di EWoB nel dettaglio