Il calcio femminile allarga i confini: boom di sponsor

È l’inarrestabile crescita del calcio femminile. Anche in Italia, nonostante il ritardo rispetto alle altre nazioni, le sfide conquistano il pubblico e soprattutto gli sponsor, segnala un articolo apparso oggi su La Repubblica – Affari Finanza. E crescono del 40% le iscritte alla Federcalcio.

 

L’esempio del calcio inglese

I Mondiali disputati in Francia in estate e vinti dagli Stati Uniti hanno trascinato davanti a tv, pc o smartphone circa 1,2 miliardi di spettatori, il 30% in più rispetto all’edizione precedente, in Canada. Interesse elevato, un pezzo di una rivoluzione culturale in corso. E quindi, sono arrivati e stanno bussando alla porta i grandi brand: Nike, Adidas, Visa, Coca Cola, Boots, Orange, Barclays (con 13 milioni di euro in quattro anni per la Women’s Soccer League, il principale campionato britannico) che hanno messo sul piatto decine di milioni di dollari.

 

Hanno puntato sia ai singoli club femminili che alle singole competizioni. Il passaggio chiave per il boom degli sponsor nel pallone femminile è dovuto alle scelte di marketing dei club con la sottoscrizione di separati accordi commerciali tra brand e squadre maschili e femminili di un club. Così marchi proiettati a crescere nel pubblico femminile hanno deciso di entrare nel mondo del football. Tra i legami commerciali, la Juventus Women ha siglato un’intesa con M&M’s.

 

 

La spinta dei social media

Negli Stati Uniti, studio di Nielsen Sport, il 58% delle persone che parlano della nazionale femminile di calcio su Facebook sono donne (il 60% su Instagram), in Germania il 54, nel Regno Unito il 44, in Francia il 38. E i contatti, i like, creano un giro d’affari: i marchi guadagnano appeal tra i sostenitori se investono sul movimento. Ma è il dato che arriva dall’analisi di Brand Finance, ovvero di un mercato potenziale di oltre un miliardo di dollari, che sembra più interessante.

 

La lenta affermazione in Italia

Cresce il gradimento del calcio femminile negli stadi anche in Italia.  A testimoniarlo c’è anche il fatto che sulla copertina dell’Almanacco Panini 2020 appena uscito c’è la capitana della Nazionale (e della Juve) Sara Gama, ritratta in maglia azzurra con Federico Chiesa. È la prima volta che la storica pubblicazione del calcio ha una donna in copertina, ed è un’altra barriera che cade.

Ed erano in 40mila nella scorsa stagione per Juventus Women – Fiorentina, nello stadio della Juve, in attesa dell’impianto da cinquemila spettatori che il club torinese destinerà alla squadra femminile entro il 2023. Ma a che punto siamo? L’Italia si conferma ancora indietro per quanto riguarda la promozione del calcio femminile: poca attenzione dalla tv, assenza degli sponsor senza piattaforme che avrebbero garantito un ritorno in termini di visibilità.

 

Gli spettatori di Juventus Women – Fiorentina allo Juventus Stadium

 

È stato l’obbligo di un settore giovanile femminile nei club maschili, assieme all’arrivo del professionismo, con i club più importanti che portano con sé un pacchetto di pubblico prettamente maschile. E il cerchio che si chiude con la partecipazione dell’Italia ai Mondiali francesi, un successo sul campo e di pubblico, che ha portato a una crescita del 40% delle iscritte alla Federcalcio, da 8 mila a quota 25 mila, in attesa del professionismo: al momento c’è una situazione spuria, con calciatrici dilettanti sotto contratto con club professionistici.

 

L’interesse della tv, con le gare di Serie A in onda su Sky ha portato ulteriore forza al movimento. E c’è stato recentemente l’accordo tra la Federcalcio e Timvision per le sei partite di campionato di A – la streaming tv di Tim è diventata di fatto anche il nuovo canale della Figc, con la diretta delle partite della nazionale italiana giovanile e contenuti originali realizzati dalla Federcalcio.Pupa Milano, invece, è il make-up ufficiale delle Nazionali femminili.

 

E dunque, Italia aggancia il vagone dei movimenti maggiori, Germania, Regno Unito e Stati Uniti che stanno producendo numeri che dovranno portare le istituzioni a rinforzare gli investimenti. Altrimenti non basterà neppure l’aumento (da 100 a 150 mila euro annui) per le federazioni da parte dell’Uefa infrastrutture, politiche di base, le categorie giovanili, le chiavi per dare un seguito al trend nei prossimi decenni, oppure i 500 milioni di dollari stanziati per il prossimo quadriennio dalla Fifa.

 

 

 

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