Rompiamo gli stereotipi di genere diffusi tra i ragazzi

Un colore da femmine e uno da maschi. Anche nei più piccoli c’è la concezione che esistano lavori esclusivamente “da uomo” e “da donna”, che il padre lavora e la madre si occupa della casa. Eccoli gli stereotipi di genere che, secondo il 53% degli insegnanti, si annidano tra i bambini tra i 3 e i 10 anni, a quanto emerge da una ricerca condotta da Comunicazione 2000 contro la violenza di genere, promossa dal Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio, su 3000 classi di oltre 70 scuole dell’infanzia e primarie del Comune di Roma che hanno aderito all’iniziativa di sensibilizzazione contro la violenza di genere, coinvolgendo oltre 8 mila bambini.

 

Educare gli adulti di domani

I dati, presentati dal Corriere della Sera, sono raccolti in «Oggi per domani», progetto che mostra una panoramica interessante sul modo in cui la scuola affronta il tema della violenza in generale: da una prima analisi dei risultati, infatti, emerge che il 70% degli istituti scolastici considerati organizza lezioni e programmi ad hoc per sensibilizzare gli alunni verso tali argomenti.

Tuttavia, meno del 40% delle iniziative in atto affronta in maniera specifica la problematica della violenza di genere, poiché la stragrande maggioranza degli interventi analizza la violenza tradotta sotto forma di bullismo e cyber-bullismo. Anche se tutti gli insegnanti intervistati dichiarano di parlare e spiegare costantemente ai bambini concetti quali il rispetto dell’altro, le pari opportunità e l’apertura alle diversità; inoltre, solo il 36% degli istituti scolastici ha a disposizione uno psicologo, figura chiave che integra e supporta il lavoro svolto dai docenti, soprattutto quando si affrontano tematiche di questo tipo.

Per questo l’iniziativa «Oggi per Domani» prevede un kit di materiale didattico informativo, per docenti e per genitori, per affrontare in aula e in famiglia il fenomeno della violenza di genere. Punto centrale del progetto è un video animato che, in modo giocoso e con gli opportuni codici comunicativi, fa riflettere i più piccoli, stimolandoli a concetti positivi. Di seguito un esempio dei viso proposti per sconfiggere gli stereotipi:

 

Il video contro gli stereotipi: «Una donna può riparare le biciclette». Fonte: Corriere della Sera

 

Il necessario passaggio culturale per contrastare la violenza

Emerge, dunque, un contesto in cui da un lato si riscontra nei bambini la presenza di stereotipi legati al sesso e, dall’altro, la mancanza di interventi che possano contrastare la formazione di queste architetture culturali che nella loro peggiore espressione si traducono in episodi di violenza di genere. Intervenire sui più piccoli significa, infatti, favorire un cambiamento culturale e combattere gli stereotipi e i pregiudizi legati al genere, prima che questi vengano trasmessi – anche inconsapevolmente – dalla società. Fondamentale, a casa, sarà il ruolo della famiglia, cornice ideale per proseguire e sostenere l’attività di informazione e sensibilizzazione avviata a scuola.

 

Sconfiggere gli stereotipi, come InspirinGirls

L’obiettivo? Provare a sconfiggere gli stereotipi dalle classi, prima incubatrice di ogni comportamento e pensiero. La stessa filosofia che sottende il progetto InspirinGirls , realizzato in Italia da Valore D, porta tra i banchi delle scuole medie professioniste, scienziate, sportive e manager che possano spronare ragazze e ragazzi a non porsi limiti nella definizione del proprio percorso e a seguire le proprie ambizioni, qualunque esse siano, liberi dagli stereotipi di genere ancora così radicati.

Gli incontri contribuiscono a far riflettere i ragazzi e le ragazze sulle proprie scelte per il futuro lavorativo: la grande maggioranza di loro (67%) ha dichiarato che la role model incontrata ha influenzato questa scelta, in particolar modo le ragazze (72% rispetto al 62% dei ragazzi). Questi risultati confermano quanto ancora gli stereotipi di genere siano presenti nell’educazione dei ragazzi e ne influenzino il futuro. Prima dell’incontro di InspirinGirls infatti il 39% dei ragazzi erano convinti che ci fossero «lavori da maschi e lavori da femmine», soprattutto i ragazzi (44% rispetto al 35% delle ragazze).

 

 

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