Generational pay gap: come variano le retribuzioni in base all’età

Il divario retributivo non riguarda solo il genere ma anche le generazioni: a fare il quadro sul generational pay gap in Italia è la recente indagine di Odm Consulting, che dimostra come a parità di inquadramento gli stipendi delle generazioni nate tra il 1946 e il 2012 presentino notevoli differenze.

 

Dalla generazione del boom a quella del digitale

 

Baby boomer, Generazione X, Millennial, Generazione Z: sono questi i nomi con cui oggi vengono identificate le quattro generazioni a cavallo tra il 1946 e il 2012.

Il termine “baby boomer” – che trae spunto dal boom economico successivo alla seconda guerra mondiale – si riferisce in particolare alle persone nate tra il 1946 e il 1964. La Gen X, invece, ricomprende quella fascia di popolazione che ha visto la luce tra il 1965 e il 1980 e che è seguita dai Millennial (altrimenti detti Gen Y), ovvero dalle persone con un’età attualmente compresa tra i 42 e i 27 anni. I/le nati/e tra il 1997 e il 2012 costituiscono infine la Gen Z, che è anche la prima ad aver conosciuto una società interamente in digitale.

 

Oggi, queste quattro generazioni lavorano fianco a fianco nel mondo del lavoro: si tratta di un fenomeno senza precedenti che, se adeguatamente valorizzato, può essere vettore di ricchezza per le aziende e per il Paese. Il dialogo tra persone di età diverse può, infatti, contribuire a produrre innovazione e crescita attraverso lo scambio di saperi e competenze.

Tuttavia, alcune differenze significative caratterizzano l’esperienza lavorativa di Baby boomer, Xer, Millennial e GenZ, a partire dalle retribuzioni.

 

 

Differenze salariali: baby boomer sopra la media, GenZ al di sotto

 

Dal punto di vista economico esiste un divario consistente negli stipendi percepiti dalle diverse generazioni: l’indagine di Odm Consulting ha rilevato, infatti, che un impiegato di 30 anni guadagna in media il 34% in meno di un impiegato 60enne. Prendendo come riferimento la retribuzione media di chi ricopre questo ruolo, che è di circa 33.514 euro l’anno, risulta che rispetto a quest’ultima quella di un baby boomer è superiore del 17,5%, quella di un impiegato della Gen X del 12,2%, mentre quella di un appartenente alla Gen Y rimane tendenzialmente in linea con il dato (-1,6). Lo stipendio di un impiegato della Gen Z è, invece, nettamente al di sotto del valore indicato (-23,1%).

Per chi lavora come operaio, la retribuzione è di circa 27.631 euro l’anno. Anche qui lo stipendio di Baby boomer e Gen X supera la media rispettivamente di +17,4% e di +12,9%, seguito da quello dalla Gen Y con un +2,7%. Ancora al di sotto del valore di riferimento è, invece, il guadagno della Gen Z, che riporta un -11,6%.

Quanto ai ruoli dirigenziali, la retribuzione è di norma intorno ai 119.173 euro l’anno: quella dei baby boomer si colloca al di sopra della media con un + 6%, mentre Gen X e Gen Y ottengono stipendi inferiori di -1,5% e -18,7%. Riguardo ai Quadri, la media è, invece, di 61.004 euro l’anno: la cifra è superata sia dalle retribuzioni dei baby boomer (+4,7%) sia da quelle della GenX (+1,2%); al contrario, quella della Gen Y resta al di sotto di 9,2 punti percentuali. In questi ultimi due casi, la Gen Z non è presa in considerazione perché, dato il suo recente ingresso nel mondo del lavoro, non è ancora presente in misura rilevante in inquadramenti così elevati.

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