Gender bias: i pregiudizi inconsci che pesano sul lavoro

Gli stereotipi di genere hanno una causa neuroscientifica. Gli effetti? Creano tensioni in ufficio, frenano la produttività dell’azienda, rallentano la carriera. Lo rivela una ricerca dell’Università Bicocca di Milano pubblicata sulla rivista scientifica Brain and Language e riportata da Myriam Defilippi su Donna Moderna.

 

La ricerca

«Tramite elettroencefalografia abbiamo indagato le basi neurali del pregiudizio di genere di un gruppo di giovani universitari» spiega Alice Mado Proverbio, professore di Neuroscienze cognitive in Bicocca e docente di  un corso sul gender bias (pregiudizi di genere). «Leggendo una frase che non conferma uno stereotipo, si registra una reazione simile alla rilevazione di un errore grammaticale. Questo non dipende dai valori morali, ma da come si è visto il mondo rappresentato finora, in particolare sui media e sul web». I pregiudizi inconsci persistono ed è difficile sradicarli perché neppure gli algoritmi sono privi di pregiudizi, dato che li “istruiamo” noi trasmettendo la nostra cultura.

 

Come favorire l’inclusione

Un esempio positivo su come iniziare a scardinare questi unconscius gender bias viene da Snam, azienda del settore del gas naturale, che incentiva il dialogo diretto tra colleghi. «Un workshop svolto con Valore D ha promosso il confronto sul gender bias tra l’amministratore delegato e la prima linea di dirigenti» spiega Paola Boromei, executive vice presidente Human resources and Organization di Snam. «Con un’altra iniziativa che ha coinvolto tutti i livelli aziendali abbiamo lavorato sulla fiducia e l’empatia».  Questo lavoro si è trasformato in azioni concrete: in Snam si è raggiunta l’armonizzazione salariale tra uomini e donne cancellando il gender pay gap e, nelle posizioni di staff, si assume almeno il 50% di donne. Un risultato non scontato. «Io stessa» ricorda Boromei «mi sono sentita dire da un collega: “Non pensavo che fossi adatta a questo ruolo, ma ho dovuto ricredermi”».

Un altro esempio interessante è quello offerto da Work Wide Women, start up per la formazione digitale al femminile, propone alle aziende, per sensibilizzare i dipendenti, Diversity@work: «È il primo videogioco in Italia sui pregiudizi, anche di genere, in ufficio» spiega l’ad Linda Serra. Il giocatore, in forma anonima, affronta casi quotidiani che può vivere al lavoro imparando come gestire al meglio la diversity.

 

La parità conviene a tutti

Come mostra anche la ricerca della Bicocca, negli uomini gli stereotipi restano saldi, mentre le ragazze li hanno già superati. La professoressa Proverbio spiega: «Tante sanno di essere competenti e coraggiose perché lo vivono sulla loro pelle. Il mondo raccontato ai maschi, invece, è ancora fatto di pregiudizi». Ma l’equità di genere conviene a tutti: dove c’è parità – dice un’indagine di Sodexo – crescono la produttività (8%), la sicurezza sul lavoro (12%) e la fedeltà dei clienti (9%).

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