La parità retributiva è un principio fondante dell'Unione Europea, sancito dall'articolo 157 del TFUE e dalla direttiva UE 2006/54/CE sulle pari opportunità e sul pari trattamento di uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
La "Giornata della parità retributiva" segna il giorno dell'anno in cui le donne smettono simbolicamente di essere pagate rispetto agli uomini. La Commissione europea ricorda questo giorno ogni anno per continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica: nel 2023, la ricorrenza è stata celebrata il 15 novembre.
A parità di lavoro, le donne nell'Unione europea continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario retributivo medio tra i sessi del 12.7%. Ciò significa che per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagna solo 0,87 centesimi. In Italia, il gap salariale nel settore privato è al 15.5%, nel pubblico al 5,5% (Eurostat, 2021).
In occasione della giornata, Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la Trasparenza, e Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza, hanno dichiarato:
“La Giornata della parità retributiva ci ricorda che dobbiamo continuare a impegnarci per colmare il divario retributivo di genere. La parità di retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, sancita dal trattato di Roma nel 1957, è uno dei principi fondanti dell’UE.
Quest'anno tuttavia i progressi verso l'eliminazione del divario retributivo di genere sono in fase di stagnazione e nel corso degli anni sono stati lenti. Ciò ci ricorda che gli stereotipi di genere continuano a colpire le donne e gli uomini in tutti gli ambiti della vita, anche sul luogo di lavoro, e che sono necessarie azioni specifiche per attuare il principio della parità retributiva.”
L'UE sta affrontando il divario retributivo di genere da diverse prospettive, con interventi mirati a rafforzare l’occupazione femminile, la conciliazione vita-lavoro e l'equilibrio di genere nei board. Un fatto che pesa sul divario salariale è infatti la maternità. Le lavoratrici madri hanno stipendi più bassi rispetto a quelle senza figli. Ciò può essere legato a una serie di cause, tra cui interruzioni o riduzioni dell'orario di lavoro, occupazioni in mansioni più favorevoli agli impegni familiari, ma che comportano salari più bassi o stereotipi nelle decisioni relative agli avanzamenti di carriera.
Alcune iniziative a livello UE:
Nel marzo 2014 la Commissione europea ha adottato una raccomandazione sul rafforzamento del principio della parità retributiva tra uomini e donne attraverso la trasparenza salariale.
Il 4 marzo 2021 la Commissione ha quindi presentato una proposta di direttiva, basata sull'articolo 157, paragrafo 3, del TFUE. Nella preparazione della proposta, la Commissione ha avviato un processo di consultazione ampio e inclusivo con il pubblico, gli Stati membri e le parti sociali che si è concluso il 28 maggio 2020.
Il 15 dicembre 2022, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sulla direttiva relativa alle misure di trasparenza retributiva. I colegislatori hanno firmato la Direttiva (UE) 2023/970 il 10 maggio 2023.
La direttiva stabilisce un quadro chiaro per l'applicazione del concetto di "lavoro di pari valore" e di criteri che includono le competenze, l'impegno, la responsabilità e le condizioni di lavoro. La direttiva aiuta lavoratori e lavoratrici a identificare e a contestare le discriminazioni di cui potrebbero essere vittime e i datori di lavoro a valutare se, nella pratica, le loro strutture retributive sono conformi al principio della parità di retribuzione.
A partire dal 6 giugno 2023, data di entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri avranno tre anni di tempo per recepirla nel diritto nazionale.
Per conoscere tutte le azioni e la strategia a livello europeo sulla parità retributiva visita il sito dell’Unione Europea.