Un’onda di diversity nell’ambito legale

Che le politiche di diversity & inclusion beneficiassero le aziende e gli studi legali lo abbiamo sottolineato spesso. Ma ignorare l’equità di genere può rappresentare un limite all’assegnazione dei mandati da parte di centinaia di clienti, e quindi pesare anche sui ricavi, come evidenzia un articolo sull’ultimo MAG di legalcommunity.it. Per questo i giuristi d’impresa a fare sistema per promuovere in prima persona una maggiore sensibilità ai temi della diversity & inclusion all’interno delle più grandi insegne al mondo.

 

Diffondere una cultura di diversità e l’inclusione

Dopo la lettera aperta sottoscritta dai General Counsel ai più grandi studi legali americani, ora l’iniziativa è giunta nel Vecchio Continente. Una lettera di sensibilizzazione è stata scritta dal general counsel di Shell Donny Ching, dalla chief legal officer di Unilever, dal group general counsel di Anglo American, dalla group general counsel di BHP Billiton, e dalla group general counsel di Vodafone. Ed è stata poi firmata e diffusa da 65 giuristi d’impresa nel Regno Unito e in Europa, operanti nei settori industriali più disparati (dalla tecnologia, alle assicurazioni, ai media e ai servizi finanziari).

Tra i firmatari, ad esempio, Nokia, Zurich, Sky e Barclays. Nella lettera, che è stata resa pubblica il mese scorso si legge: «Ci impegniamo a promuovere la diversità sul posto di lavoro. […] Crediamo che la diversità e l’inclusione creino un ambiente più ampio e ricco che stimola il pensiero creativo, l’innovazione e il problem solving, dando valore alle organizzazioni. Ci impegneremo […] e considerare la diversità nei processi di selezione e assunzione, adottando best practice in termini di diversity & inclusion, a tutti i livelli […]».

 

Una questione di valori

«Gli studi legali non possono permettersi di ignorare il trend che, dagli Stati Uniti, si sta allargando all’Europa in tema di avere all’interno delle proprie organizzazioni un giusto ed equo grado di bilanciamento di genere. Le aziende multinazionali, sempre più sensibili al tema della diversity, chiederanno infatti sempre più spesso di essere assistite da team che rispecchino i valori presenti nella loro organizzazione e gli studi che non saranno in grado di farlo risulteranno inevitabilmente penalizzati. Per cui, sarà come sempre il mercato a far adeguare l’offerta – per una volta in maniera virtuosa», ha commentato così la lettera firmata dai General Counsel a MAG Sandra Mori, attuale DPO e former General Counsel di Coca-Cola in Europa e presidente di Valore D.

 

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