Diritti delle donne. A che punto siamo?

Uno studio globale realizzato da Ipsos Mori mostra uno scarso livello di ottimismo sui progressi in materia parità di diritti tra uomini e donne. Tra i paesi meno ottimisti c’è l’Italia, dove quasi un italiano su tre non vede alcun progresso rispetto al passato, e per un italiano su due essere donna rappresenta ancora uno svantaggio.

 

Parità dei diritti ed azioni concrete

In linea generale il superamento del gender gap viene considerato una sfida ancora aperta (per  il 40% degli italiani). Il dato sorprendente è che siano proprio gli uomini ad esprimere posizioni più critiche in materia di disparità di genere rispetto alla platea femminile (rispettivamente 44% e 36%).

Quanto alle azioni auspicate per superare il gender gap, ai primi posti della classifica mondiale troviamo parità retributiva, leggi per prevenire abusi e violenze contro le donne, educazione dei ragazzi alla parità di genere e denuncia di discriminazioni. Ancora molta strada da fare in tema di accesso delle donne ai ruoli apicali in politica, governo e nel mondo del lavoro, come pure in relazione alla parità nella cura della casa e dei figli.

 

Lo scenario tra 20 anni

Globalmente, si registra un basso livello di ottimismo sulla possibilità per le donne di ricoprire maggiori ruoli al vertice di aziende o incarichi pubblici e politici. Italia fanalino di coda in questa classifica internazionale: il nostro Paese si dimostra poco fiducioso in relazione alla prospettiva di colmare il gender gap in tutti i settori citati. Le previsioni più pessimiste riguardano la fine delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro e della politica. Non a caso sono proprio queste le aree dove secondo gli italiani sono pochi i passi avanti rispetto al passato e molti i nodi rimasti irrisolti.

 

Il ruolo degli uomini

Dato molto interessante è il ruolo attivo degli uomini per colmare il gender gap; sul campione dei 27 Paesi oggetto dello studio, i due terzi delle persone sostengono che non ci potrà essere parità di genere senza il supporto concreto degli uomini. Crolla il grande tabù che vede la cura della casa e dei figli come una prerogativa esclusivamente femminile: a livello globale la tendenza è quella di rifiutare la visione del passato che considerava meno virile un uomo che rimaneva in casa a badare alla famiglia: solo un italiano su cinque concorda con questo stereotipo. Buone notizie anche sul fronte delle donne nel mondo del lavoro. La maggioranza degli intervistati dichiara di sentirsi a proprio agio se il proprio capo è una donna. Ancora una volta stupisce che siano gli uomini ad esprimersi in maniera più favorevole rispetto alle donne (22% contro il 14%).

 

Percentuali di risposte all’affermazione “Mi definisco femminista”

 

 

“Gli stereotipi sono davvero duri a morire ma, se si trattasse solo di quello, forse potremmo affidarci al tempo e alla speranza che il ricambio generazionale ne abbia alla fine ragione. Purtroppo i progressi nei fatti sono ancora troppo limitati e il nostro Paese registra ancora troppi fenomeni che danno conto del lungo cammino ancora da percorrere: l’occupazione femminile – al 49%, che ci rende fanalino di coda in Europa”, commenta Chiara Ferrari, Group Director Ipsos.

 

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