Crescono le donne nei corsi di laurea STEM

La quota di ragazze iscritte a corsi di laurea STEM nell’ultimo anno accademico, il 17,7%, è ai massimi da 10 anni. Sorprende particolarmente se pensiamo che al Sud la percentuale sale al 19,2%, e in Abruzzo raggiunge il 20,8%. Un altro dato interessante da sottolineare è che la percentuale aumenta al 28% fra le donne di nazionalità non italiana iscritte agli atenei.

 
Questi sono i numeri più significativi riportati da Sergio Bocconi che sul Corriere della Sera presenta i dati emersi dalla ricerca sul «gender gap nelle lauree STEM» realizzata dall’Osservatorio Talents Venture. Dal rapporto si evince anche che le ragazze fanno registrare risultati migliori dei colleghi maschi in termini di voto di laurea e tempi di completamento degli studi, ma le migliori performance non sono riconosciute dal mercato del lavoro. Dopo cinque anni dalla laurea, a fronte di un tasso di occupazione medio dell’89% per i laureati in discipline scientifiche, gli uomini sono a quota 92% contro l’85% delle donne e guadagnano il 25% in più, con uno stipendio di 1699 euro contro 1375.

 

 

Meno prevedibile è invece un’altra statistica contenuta nel rapporto. Se si considera la quota di ragazze sul totale degli iscritti ai corsi STEM l’Italia è terza con circa il 37%, appaiata a Gran Bretagna e Polonia, mentre la media europea si ferma al 32%. E se si torna a quel 17,71% iniziale di presenza femminile nei corsi scientifici, il dato risulta migliore della media europea (16%) e di altri Paesi come Svezia (16%), Francia (15%) e Spagna (13%). Secondo Pier Giorgio Bianchi, cofondatore e amministratore della startup Talents Venture, «i numeri elaborati mostrano che ci si è avviati verso la strada giusta. Ma va creato un ecosistema fertile per accelerare il cambiamento».

 

Se vuoi trovare i dati completi del report “Il gender gap nelle lauree STEM”

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