La valorizzazione di ogni individuo, senza distinzione di sesso, razza, lingua, opinioni, condizioni sociali e personali, è possibile anche grazie a una comunicazione inclusiva. Comunicare in maniera non discriminatoria permette di creare un ambiente in cui tutte le persone possono vivere serenamente ed esprimersi senza alcun impedimento.
Cos’è la comunicazione inclusiva
Sapere che cos’è la comunicazione inclusiva consente a chiunque di metterla in atto nella maniera più corretta, evitando di incorrere in stereotipi e luoghi comuni. Esprimersi in maniera inclusiva significa dapprima mettere al centro di tutto la persona con cui ci si relaziona. In tal senso, il linguaggio adottato deve tener conto delle caratteristiche della persona con cui si interloquisce o della comunità con cui ci si appresta ad interagire.
In Italia, una delle prime volte in cui si è iniziato a discutere di comunicazione inclusiva, o per meglio dire linguaggio inclusivo, risale al 1987, anno in cui fu pubblicato “Il sessismo nella lingua italiana” a cura di Alma Sabatini. In questo trattato si evidenzia come il linguaggio riflette il pensiero e il modo di esprimersi delle persone, i loro retaggi culturali e i loro bias, sia nel parlato che nello scritto. Da allora, questa tematica ha interessato un pubblico sempre più ampio, con l’intento di portare un significativo cambiamento nell’uso delle parole.
Lo scopo principale della comunicazione inclusiva è proprio quello di combattere i pregiudizi, valorizzare la diversità e creare un senso di appartenenza, rappresentazione e partecipazione. Proprio per questo, il linguaggio inclusivo promuove l’equità, poiché tutte le persone devono avere le stesse opportunità, essere ascoltate e comprese.
Perché la comunicazione inclusiva è importante?
In generale, si può affermare che comunicare in modo inclusivo non è esclusivamente una questione di etica, ma è una soluzione che tutte le persone dovrebbero mettere in atto in qualunque circostanza. La comunicazione inclusiva ha un grande impatto a livello sociale, poiché promuove la cultura del rispetto e favorisce l’empatia, facendo immedesimare le persone nei panni del prossimo per capire meglio le esperienze altrui.
La comunicazione inclusiva, però, comporta anche dei grandi vantaggi all’interno delle aziende: per esempio, migliora il coinvolgimento delle persone all’interno del team e permette di raggiungere con maggiore facilità un pubblico più ampio. In pratica, si può dire che un linguaggio non discriminatorio influenza in maniera importante il benessere delle persone.
A livello individuale, la comunicazione inclusiva favorisce le relazioni interpersonali, ma crea anche ambienti più sereni, riducendo il senso di ansia e di stress. Infine, l’inclusività fa sentire ogni persona accettata e valorizzata, facendole aumentare l’autostima.
Come fare la comunicazione inclusiva?
Il modo migliore per attuare una comunicazione inclusiva al mondo d’oggi è rappresentato da alcuni semplici accorgimenti che chiunque può attuare. Qui di seguito ecco delle facili linee guida:
- Linguaggio neutro: quando ci si trova in una comunità, è importante non utilizzare il maschile sovraesteso, bensì adottare termini neutri. Per esempio, durante uno spettacolo anziché esordire con “Benvenuti” si può semplicemente dire “Vi diamo il benvenuto”, oppure anziché dire “Studenti e studentesse” si può usare “Corpo studentesco”.
- Personalizzare i messaggi: quando possibile, è meglio evitare i messaggi vaghi e rivolgersi sempre in maniera diretta alla persona a cui si intende mandare una lettera, un’e-mail o qualunque tipo di comunicazione.
- Ascoltare e apprendere: è importante saper dialogare con le persone che hanno provenienza e culture differenti.
- Comunicare sul web: la comunicazione online, come quella sui social, deve essere inclusiva e coinvolgere qualunque persona ad interagire;
- Pubblicità: anche le immagini possono fare la differenza nella comunicazione inclusiva ed è importante mostrare persone di ogni età, provenienza, disabilità e orientamento affettivo per la promozione di un prodotto o di un servizio;
- Eventi: è importante rendere accogliente ogni tipo di manifestazione, magari predisponendo l’uso di sottotitoli per i video proiettati oppure con interpreti LIS.
Schwa, asterisco e perifrasi nella comunicazione inclusiva
Le esigenze di comunicazione degli ultimi anni hanno visto anche l’introduzione di un particolare grafema che prende il nome di “Schwa” ed è rappresentato dalla lettera rovesciata (ə), presente nell’alfabeto fonetico internazionale, ma anche in alcuni dialetti italiani come il napoletano.
Questo simbolo si è diffuso sempre più in varie situazioni, da quelle più moderne sui social sino in alcuni documenti inerenti ai bandi. Con questa lettera si può adottare un linguaggio inclusivo ancora più semplice, giacché per una parola maschile/femminile basta semplicemente sostituire la lettera finale per rivolgersi a un pubblico più ampio, incluse le persone non binarie ovvero quegli individui che non si riconoscono né nel sesso maschile né nel sesso femminile.
Oltre all’uso della schwa, un’altra strategia adottata per una comunicazione inclusiva è l’utilizzo dell’asterisco (*) e delle perifrasi. L’asterisco, similmente alla (ə), sostituisce le desinenze maschili e femminili per includere tutte le identità, mentre le perifrasi, come “la persona che”, permettono di evitare del tutto riferimenti di genere. Tutti questi strumenti, se usati con consapevolezza, aiutano a promuovere un linguaggio rispettoso delle diverse identità che caratterizzano la nostra società.
La comunicazione inclusiva è dunque un impegno che deve coinvolgere ogni individuo: è importante che in ogni ambito, da quello lavorativo sino a quello educazionale, le persone siano informate e possano investire il proprio tempo nell’utilizzare una comunicazione corretta. La conseguenza diretta è una migliore relazione tra le persone e un ambiente più sano e accogliente per chiunque!