Banca d’Italia: investire sulla parità di genere per favorire l’economia del Paese

“La parità di genere, intesa innanzitutto come parità di opportunità, è un elemento essenziale per favorire l’equità, lo sviluppo sociale e la crescita economica; per questi motivi vi riserviamo un’attenzione costante”. Con queste parole il Governatore Ignazio Visco di Bankitalia ha aperto il convegno “Gender Gaps in the Italian economy and the role of public policy”, organizzato dalla rivista Economia italiana a Roma al quale hanno partecipato, tra gli altri, la Vice Direttrice Generale di Bankitalia ed ex Presidente di Valore D Alessandra Perrazzelli e la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.

 

Promuovere l’occupazione femminile per favorire l’economia del Paese

Secondo numerosi studi, il tasso di partecipazione femminile registrato nel 2018, pari al 56%, è il più basso tra i paesi dell’Unione Europea, e oltre 8 milioni di donne sono attualmente inattive. Inoltre, le donne percepiscono salari nettamente inferiori agli uomini e hanno maggiore difficoltà nell’occupare posizioni di leadership, non solo nel settore privato, ma anche in quello pubblico. Numerosi ricerche e studi hanno comprovato come una maggior presenza delle donne possa portare benefici importanti alla crescita economica del nostro Paese, non solo in termini quantitativi, ma qualitativi: le donne hanno, infatti, livelli di istruzione più elevati rispetto agli uomini, con competenze e abilità spiccate, soprattutto per quanto riguarda le relazioni interpersonali e comunicative, ad oggi, di cruciale importanza.

 

 

 

Tuttavia, un divario importante rimane per le materie scientifiche. Secondo l’indagine PISA del 2018 sui quindicenni dei paesi dell’OCSE, il divario tra i due sessi risulta tra i più alti, per quanto riguarda la quota di laureate nelle discipline scientifiche. Le ragioni di questo fenomeno e le procedure da adottare – come sottolineato dal Governatore Visco – devono essere studiate a fondo. Una delle ragioni risiede nello squilibrio tra i generi nella divisione dei compiti familiari. Secondo l’indagine dell’Eurobarometro su Gender Equality del 2017, il 51% degli intervistati iritiene che sia la donna a doversi occupare della gestione della casa e dei figli  (in Svezia l’11%). Per questo motivo, nel nostro Paese i tassi di fecondità continuano a scendere, ora pari a 1,29 figli per donna, significativamente il più basso tra i paesi dell’UE.

 

Da dove nasce questa disparità tra uomo e donna nell’economia italiana?

Alessandra Perrazzelli del Direttorio della Banca d’Italia è intervenuta ponendo questa domanda fondamentale. Secondo la vicedirettrice generale, dagli stereotipi che vogliono la donna moglie e madre, il poco sostegno alle famiglie che incide negativamente sulle possibilità femminile di fare carriera. Sebbene negli ultimi anni si registri in Italia un aumento delle donne nei consigli amministrativi, grazie alla legge Golfo-Mosca, umento delle donne nei consigli amministrativi,pari al 40%, il raggiungimento della parità di genere è ancora ben lontano.

 

 

Interessanti spunti di riflessione sono stati forniti da alcune delle autrici dei contributi presenti nella rivista. Francesca Barigozzi ha evidenziato, sulla base dei dati Istat, nell’indagine “Uso del tempo”, la necessità di superare le norme sociali sui ruoli di genere all’interno della famiglia e aumentare la disponibilità dei servizi per l’infanzia, in modo da permettere al genere femminile di poter coniugare la vita lavorativa e quella familiare. Francesca Carta ha aperto una parentesi su come le caratteristiche di welfare incidono sulla presenza femminile nel mercato del lavoro. . Infine, il contributo di Giovanna Vallanti riguarda la disparità dei generi nell’ambito delle norme a protezione dell’impiego, secondo cui le rigidità del mercato del lavoro indotte dalle inefficienze del sistema giudiziario penalizzano le donne.

 

 

A conclusione Elena Bonetti ha citato le parole di Tina Anselmi: “Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica di inclusione, di rispetto delle diversità, di pace”.

Purtroppo, il poco sostegno alle donne, non solo culturale, ma in termini di asili, congedi, incentivi economici e maternità, costituisce un freno al rilancio dell’occupazione femminile nell’economia italiana. Per quanto la parità di genere sia un argomento conosciuto e affrontato ampiamente, le azioni concrete continuano a scarseggiare, lasciando ancora un ampio divario tra i due sessi nel settore economico e lavorativo.

 

 

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