Stipendi italiani in picchiata, gender pay gap stabile

Il Salary Outlook dell’Osservatorio JobPricing e Spring Professional, appena uscito, rileva una diminuzione delle buste paga – tra i dipendenti del settore privato – dello 0,3% nel corso del 2018. Un lavoratore dipendente italiano ha percepito una RAL media di 29.278 € (in linea con il dato OCSE di 29.214 €), la metà di quella del Lussemburgo, che guarda tutti dall’alto ma anche il 25% sotto quella della Francia, il Paese che ci precede. Una dinamica negativa  che colpisce tutti gli inquadramenti, con l’eccezione dei quadri che hanno visto salire le buste paga dello 0,2 per cento.

Il motivo? I bassi livelli di produttività bloccano gli stipendi, dicono gli economisti OCSE, ormai un decennio la produttività in Italia è ferma e di conseguenza toglie spazio per incrementi significativi delle retribuzioni. E visto che i prezzi sono aumentati (+1,1%) di fatto il 2018 ha visto il potere di acquisto dei lavoratori diminuire

 

Gender pay gap

In questo quadro, il gender pay gap rimane stabile intorno al 10%, quindi la differenza retributiva tra uomini e donne si aggira attorno ai 2.750 € in favore dei primi. Possiamo quantificare questo divario immaginando che le donne inizino a guadagnare, rispetto ai colleghi uomini, dalla seconda settimana di febbraio. La differenza, poi, colpisce di più nei lavori meno qualificati: è maggiore fra gli operai, seguono impiegati al 9,5% e dirigenti con un gap dell’8,2%. Quest’ultima, tuttavia, presenta il massimo delta monetario: le donne nelle posizioni più alte delle gerarchie aziendali guadagnano in media circa 7.700 euro in meno dei colleghi uomini.  Con questi numeri, l’Italia si colloca al 17° posto in area UE per gender pay gap.

 

Gender Pay Gap secondo il JobPricing Salary Outlook

 

 

Gap generazionale

Ma è anche un altro segnale a destare preoccupazione. Il gap generazionale fra chi sta per chiudere la propria carriera lavorativa e chi sta per iniziarla è di oltre il 45%: questo è dovuto alle normative contrattuali, alla valorizzazione dell’esperienza e ai percorsi di carriera. E sono proprio i giovani i più penalizzati in termini di trend retributivo fra 2017 e 2018, che scendono del -4.2% per i dirigenti, di -0.8% per quadri e -0.5% per impiegati.
Mediamente un laureato guadagna il 43,2% in più rispetto a un lavoratore privo di titolo accademico: il gap retributivo è evidente quando il percorso di studi viene portato avanti almeno fino al master di primo livello o laurea magistrale.

 

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