Almalaurea: gender pay gap già tra i neolaureati

Se si pensava che la strada per le pari opportunità fosse avviata e che bastasse solo darsi del tempo, ci si sbagliava di grosso. Le retribuzioni delle donne sono ben diverse da quelle degli uomini già all‘inizio della carriera, con uno scarto medio di 250 euro. È quanto succede fra i neolaureati di tutte le facoltà, anche fra quelli con i profili tanto ricercati dalle aziende che dicono di non riuscire a trovare. Luisa Adani sul Corriere La27ora commenta i dati della ricerca Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati.

E sottolinea in modo netto che la disparità riguarda anche chi ha in mano i titoli di studio tanto richiesti. In questo stato di cose è facile constatare un chiaro pregiudizio, sostiene la giornalista. Perché quando ci confrontiamo con i dati sulla differenza di genere negli stipendi spesso pensiamo che siano la risultante di: anzianità lavorativa, una provenienza universitaria “debole”; carriere interrotte dalla maternità; posizioni organizzative di minore responsabilità rispetto a quelle ricoperte dai colleghi. Invece le prime disparità si riscontrano già approcciando il mercato del lavoro.

 

I dati Almalaurea

Gli ultimi dati rilasciati da Almalaurea (il consorzio interuniversitario che riunisce 73 atenei) mostrano nitidamente che le donne non sono pagate come gli uomini neppure a inizio carriera, neppure fra i laureati in materie Stem, neppure se ricoprono posizioni analoghe. Le laureate Stem (science, technology, engineering, mathematics) sono il 40% di chi si laurea, ma sono più brave degli uomini. Il loro voto medio è 103,6 rispetto a 101,6 degli uomini e sono più regolari negli studi: il 46,1% ha concluso gli studi nei tempi previsti rispetto al 42,7% degli compagni. Tuttavia sono occupate l’85% delle donne e il 92,5% degli uomini con uno stipendio che passa da 1.375 euro ai 1.571 euro.

E non è finita qui. In generale, tra i laureati italiani che si approcciano al mondo del lavoro, non solo le donne sono sottopagate ma di loro ci si fida meno e le si vuole sperimentare di più: fanno infatti più stage (il 61,4% rispetto al 52,6% degli uomini) e sottoscrivono in misura maggiore contratti più precari.  Eppure si laureano in corso (il 53,1% rispetto al 48,2% dei compagni).

In generale, tra i laureati italiani:

  • Occupazione: lavora l’84,6% delle laureate magistrali e il 91,0% dei laureati e i contratti a tempo indeterminato riguardano il 50,1% delle donne contro il 60,3% degli uomini.
  • Retribuzioni: la differenze di stipendio è quasi del 20% in più a favore degli uomini: 1.675 euro netti mensili rispetto ai 1.416 euro delle donne.
  • Carriera: Svolge un lavoro a elevata specializzazione (compresi i legislatori e l’alta dirigenza) il 49,4% delle donne e il 59,2% degli uomini.

 

Valore D promuove la campagna contro il divario salariale #nopaygap:

 

Articoli correlati