Non staremo al nostro posto. Per il diritto a un lavoro libero da molestie e violenze.

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Il sondaggio di We World realizzato in collaborazione con Ipsos Non staremo al nostro posto. Per il diritto a un lavoro libero da molestie e violenze” mostra come la violenza sul posto di lavoro sia un fenomeno ancora ben radicato e diffuso.

Le testimonianze del campione analizzato (1.100 lavoratori e lavoratrici tra i 20 e i 64 anni), offrono uno sguardo concreto e attuale sul fenomeno a conferma della natura trasversale del problema. Dalle molestie sessuali al linguaggio sessista e discriminatorio sono ancora troppi gli episodi di violenza e molestie sul posto di lavoro e le donne, in particolare, sono quelle più esposte a forme di violenza specifiche, che si intrecciano con disuguaglianze di genere, potere e gerarchie aziendali. Secondo il campione intervistato le forme di violenza più diffuse sono: la violenza verbale (56%), il mobbing (53%) l’abuso di potere (37%); chiudono violenza fisica (10%), stalking (6%) e violenza online (2%).

Oltre ai risultati del sondaggio, il rapporto contiene anche una raccolta di 140 testimonianze di persone provenienti da diversi contesti sociali, a conferma della natura strutturale del problema. Sono voci e storie fondamentali per ottenere informazioni più dettagliate sulle dinamiche degli abusi, su quali forme assumono, e gli effetti sulle persone coinvolte.

Infine, il rapporto propone una serie di raccomandazioni mirate per il contesto italiano, con l’obiettivo di promuovere un cambiamento reale e sostenibile. Perché il diritto alla libertà da molestie e violenze sui luoghi di lavoro è un diritto umano.

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