Milano una svolta per far crescere il numero di donne iscritte a Ingegneria. La battaglia contro pregiudizi e stereotipi parte dal Politecnico di Milano.
E comincia con un’ammissione: «Le donne rappresentano solo un terzo del totale dei nostri ricercatori, una percentuale ancora poco rappresentativa – ha detto ieri Ferruccio Resta, numero uno dell’ateneo milanese durante l’inaugurazione del 155esimo anno accademico – Sono troppo poche, dobbiamo impegnarci per invertire la tendenza». Così l’ateneo ha deciso di mettere in campo diverse strategie per cambiare rotta: dagli incontri nelle scuole medie per far conoscere le figure di successo fino a percorsi di mentoring interni all’università, ovvero incontri con protagoniste del mondo dell’impresa che condividono esperienze di leadership al femminile.
I numeri parlano di un percorso difficile e di una strada lunga per riuscire a incidere, in particolare su alcune roccaforti maschili. In Italia le studentesse iscritte alle lauree magistrali in Ingegneria meccanica ed elettronica sono appena il dieci per cento del totale. Poco meglio va a Ingegneria informatica (14,6 per cento) e dell’automazione (13,3 per cento). Al Politecnico si toccano minimi ancora più bassi, con il 7 per cento a Meccanica, Automatica, Elettrica e il 9 per cento a Informatica ed Elettronica. Un po’ più confortanti i dati locali e nazionali se si va a vedere Biomedica (57,4 di donne), Edile (43,2 per cento), Chimica (41,2 per cento) e Ingegneria per l’ambiente (40,4 per cento). Ma in generale, se si osservano i numeri delle lauree triennali, la media parla di una sola studentessa ogni cinque iscritti. In un recente studio della fondazione L’Oréal è stato evidenziato come i pregiudizi quando si parla di donne e scienza siano ancora troppo diffusi: il settanta per cento degli intervistati europei del sondaggio non pensa che le donne abbiano particolari attitudini per queste materie. Pregiudizi che condizionano ancora moltissimo le ragazze al momento della scelta di un corso di laurea. Un problema ancora più grave se si considera che l’Italia ha in generale pochi giovani che escono dall’università con una laurea nelle cosiddette Stem (Scienze, tecnologia, ingegneria e matematica): appena il 25 per cento contro il 37 per cento della Germania e il 29 per cento del Regno Unito, secondo gli ultimi dati Ocse.
L’iniziativa del Politecnico prova a scardinare gli stereotipi e a invertire la tendenza. Non a caso è questa la prima università italiana ad essere entrata nell’associazione Valore D, gruppo di istituzioni e imprese che promuove la diversità, il talento e la leadership femminile per la crescita delle aziende e del Paese. «Mi compiaccio per l’iniziativa – ha commentato la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, presente anche lei ieri a Milano – Il problema della disparità di genere in questo campo permane in modo importante. Mettere in atto azioni per incentivare le vocazioni delle giovani donne è importante. Con questa scelta, il Politecnico dimostra capacità e qualità d’innovazione».
Iscritti nelle facoltà italiane Corsi di laurea triennali Ingegneria civile e ambientale 7.268 Uomini 18.093 Donne Donne 11.170 Uomini 42.602 28,7% Ingegneria dell’informazione 20,8% Anno accademico 2016-2017 Fonte: Miur Anagrafe studenti Ingegneria industriale Donne 17.770 Uomini 63.111 22% Lauree magistrali Ingegneria biomedica 2.081 Uomini 1.547 Donne 3.002 Uomini 5.123 Donne 57,4% Ingegneria gestionale 36,9% Ingegneria informatica 898 Uomini 5.428 Donne Donne 1.108 Uomini 9.338 14,2% Ingegneria meccanica 10,6% Ingegneria aerospaziale e astronautica Donne Ingegneria civile Donne 430 Uomini 2.455 2.637 Uomini 6.813 Ingegneria elettronica Donne 452 Uomini 2.557 Donne 751 Uomini 2.649 1.282 Uomini 1.888 Donne 14,9% 27,9% 15% Ingegneria energetica e nucleare 22,1% Ingegneria per l’ambiente e il territorio 40,4%.
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