Giornata Unesco delle donne e delle ragazze nella scienza: alle discipline STEM serve più inclusione

La Repubblica
10/02/2023
Cristiana Scelza

La decisione dell’Accademia svedese di assegnare il premio Nobel per la chimica 2022 a Carolyn Bertozzi, assieme a Meldal e Sharpless, è una vittoria importante per tutte le donne che studiano, fanno ricerca e lavorano in ambito scientifico. Innanzitutto perché il premio riconosce l’importanza del contributo di Bertozzi alla chimica contemporanea: è lei che ha sviluppato il concetto di “chimica bioortogonale”, un approccio per lo studio delle biomolecole all’interno degli organismi viventi che ha rivoluzionato la chimica farmaceutica nel corso degli ultimi vent’anni. Non solo: Bertozzi è anche un’attivista per l’inclusione delle donne in ambito STEM (acronimo che sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics), un’imprenditrice seriale di successo nel settore biotech e soprattutto una mentore per una lunga schiera di donne che hanno avuto l’ardore – è il caso di dirlo – di scegliere lo studio della chimica, uno dei settori assieme alla fisica in cui la presenza femminile è ancora marginale.

“Nell’epoca in cui voliamo oltre Plutone e mandiamo in remissione il melanoma metastatico del Presidente Jimmy Carter”, scriveva Bertozzi in un suo accorato editoriale del 2016 in cui denunciava lo status quo delle facoltà di chimica negli USA, “come è possibile che non troviamo il modo di assumere e promuovere nuove professoresse?”

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