Quando la legge Golfo-Mosca era stata lanciata nel 2011, non tutti erano certi che la creazione di sistemi di quote che imponessero una pari rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione attraverso l’assunzione di donne in posizioni di leadership potesse davvero favorire un processo di rinnovamento culturale. La mobilitazione delle società quotate e della partecipazione pubblica era considerata un passo importante per servire meglio i clienti e la forza lavoro: le organizzazioni si sarebbero dovute impegnare proattivamente per bandire gli stereotipi e i pregiudizi in ufficio. Le stime suggerivano, quindi, che nel giro di 10 anni dovessero confluire nelle società pubbliche circa 10 mila donne. A luglio 2018, poi, è stato introdotto il Codice di Autodisciplina, anche detto Codice Borsa, che anche dal 2020 continuerà a mantenere valido quel 30% di presenza femminile negli organi sociali delle imprese.
Adesso la ricerca dimostra che un cambio è effettivamente avvenuto.
Uno studio della Consob svolto su tutte le società italiane quotate in Borsa ha analizzato, da un lato, l’impatto della legge 120/2011 su caratteristiche come diversità di genere, livello medio d’istruzione e profilo professionale dei CdA. Dall’altro, ha valutato come queste caratteristiche hanno influito fino ad oggi sulla performance delle imprese. E i risultati (era l’ora) parlano chiaro: la legge ha di fatto aumentato del 17% subito, e dell’11% successivamente, la presenza di donne nei board, riducendo l’età media, aumentando il livello d’istruzione generale e la diversità di background professionale. Una maggiore percentuale di donne nei CdA, che sia pari ad almeno il 17-20%, si conferma poi determinante per aumentare la redditività delle aziende, evidenzia lo studio. Nello specifico, la redditività del capitale aziendale aumenterebbe di 17 punti se dal 30% di donne si passasse al 40% e di 36 punti se si passasse a 50%.
Come mai succede? I consigli diversificati, ci dice Consob, tendono a funzionare meglio perché sono più propensi a rispecchiare le richieste dei loro clienti. E questo aiuta a produrre migliori scelte di acquisto. Queste informazioni non fanno altro che ricordarci, ancora una volta, che le imprese stanno facendo, sì, progressi nell’affrontare la parità di genere nei loro consigli e nella leadership in generale, ma abbiamo ancora molta strada da fare – e che questa strada può produrre risultati positivi.
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