Il “Rendiconto di genere 2024” INPS – CIV offre un quadro articolato e aggiornato sulla condizione delle donne in Italia, analizzando dimensioni fondamentali come: la demografia, l’istruzione, il mercato del lavoro, la sfera familiare, la violenza di genere e altre ancora.
Nel capitolo dedicato alla demografia viene evidenziato come, nel 2023, l’etĂ media al parto delle donne al primo figlio è arrivata a 31,7 anni (+ 7 anni rispetto al 1953), mentre in quello dedicato all’istruzione emerge come le donne abbiano ormai superato gli uomini sia tra i diplomati (52,6%), che tra i laureati (59,9%), senza però ottenere una maggiore presenza nelle posizioni di vertice nel mondo del lavoro.
Il tasso di occupazione femminile resta infatti basso nel 2023, attestandosi al 52,5% rispetto al 70,4% degli uomini; dato supportato anche dal basso numero di assunzioni femminili (solo il 42,3% del totale). Sempre riguardo il mercato del lavoro emerge che: solo il 36,9% delle donne viene assunta a tempo indeterminato (contro il 63,1% degli uomini), il 15,6% lavora in una condizione di part-time involontario (5,1% per gli uomini) e, in piĂą della metĂ dei settori analizzati, le donne percepiscono oltre il 20% in meno rispetto alla componente maschile. Un altro punto che viene attenzionato riguarda la violenza di genere: le denunce sono aumentate e l’incidenza delle vittime di sesso femminile rimane elevata per tutte le tipologie di reati.
L’insieme di questi dati, oltre a mettere in evidenza sia gli aspetti culturali relativi ai modelli di vita, come lo squilibrio nella ripartizione del lavoro di cura in ambito familiare, che gli aspetti che richiamano lo stato della rete dei servizi sociali, pone l’attenzione sulle mancanze del nostro Paese, come ad esempio l’insufficienza dei servizi di sostegno alle famiglie a fronte di esigenze di supporti per la cura nei confronti dei figli e di familiari con disabilità .