Per il decimo anniversario di Women in the Workplace Mckinsey ha condotto un’analisi sui progressi fatti dalle donne e sul miglioramento o peggioramento delle loro esperienze sul lavoro rispetto a dieci anni fa.
Dal report emerge che nell’ultimo decennio le aziende hanno messo in campo azioni e strategie DEI importanti: piĂą donne ai vertici – in particolare in posizioni di senior leadership-, migliori politiche per i dipendenti e maggiori sforzi per favorire l’inclusione. Nonostante ciò, i numeri risultano piĂą fragili di quanto sembra: le aziende devono spingersi oltre.
Negli ultimi dieci anni la rappresentazione femminile è aumentata a tutti i livelli: oggi le donne occupano il 29% delle posizioni C-suite rispetto al 17% del 2015, anche se i progressi sono stati più lenti nelle fasi iniziali della carriera. Infatti, le donne continuano ad avere meno probabilità degli uomini di essere assunte in ruoli di primo livello e nello step successivo e per le aziende diventa quasi impossibile sostenere un avanzamento verso posizioni più senior (il broken rung).
Inoltre, le donne nere restano largamente sotto-rappresentate nelle aziende americane (7% dei ruoli di C-suite VS 22% delle donne bianche). Anche per i ruoli di leadership (VP, SVP, C-Suite) il numero di donne è dovuto solo all’aumento della leadership in ruoli di staff e non in ruoli di Linea.
Sebbene venga chiesto ai manager di promuovere una cultura dell’inclusione e del benessere dei dipendenti, oltre al mancato miglioramento delle loro prestazioni in materia, alcuni dati risultano preoccupanti: ne è un esempio il fatto che circa 4 donne su 10 dicono di aver subito una qualche forma di sexual harassment nel corso della loro carriera. In generale, il commitment è calato drasticamente: nel 2017 l’88% delle aziende ha dichiarato che la diversità di genere era un’alta priorità per l’azienda, nel 2024 la percentuale è scesa al 78%.