Cinque storie eccezionali di cinque donne che hanno lottato contro i pregiudizi e abbattuto gli stereotipi, per raggiungere gli obiettivi che si erano prefissate, grazie alla loro determinazione e allo studio. Torna così #nonèdamaschio, la campagna di InspiringGirls – il progetto di innovazione sociale promosso in Italia da Valore D, in partnership con Eni, Intesa San Paolo e Snam – che ha lo scopo di decostruire lo stereotipo secondo il quale esistano lavori, studi o passioni “da maschio” o “da femmina”.
Questa volta a raccontare le loro storie e le loro esperienze, cinque role model straordinarie che si sono affermate in ambienti generalmente considerati “maschili”, spesso preclusi alle donne o in cui le donne faticano ancora oggi a farsi strada: Shalini Kurapati, imprenditrice indiana trapiantata a Torino, CEO e co-fondatrice della startup di intelligenza artificiale Clearbox AI; Arianna Tricomi, triplice campionessa mondiale di sci freestyle che sogna di diventare guida alpina; Michela Giraud, prima stand-up comedian italiana donna a realizzare uno speciale tutto suo, distribuito da Netflix in 190 Paesi; Chiara Giamundo, la prima palombara nella storia della Marina Militare italiana; Silvia Marziali, unico arbitro donna nella Seria A di pallacanestro maschile, oltre che tenente dell’Aeronautica Militare e medico di prima linea.
Cinque esempi che InspiringGirls ha voluto utilizzare per insegnare alle nuove generazioni, e in particolare alle ragazze, quanto sia fondamentale non lasciarsi influenzare dai pregiudizi e non limitare la propria libertà di scelta.
Una sfida contro il gender gap che parte sin dall’istruzione scolastica, per spingere a un cambiamento culturale difficile da affermare, come rivela l’indagine “Sognando il futuro e il lavoro: opinioni e attitudini dei giovani studenti italiani”, realizzata da Ipsos per Valore D. Lo studio conferma l’impegno dell’Associazione verso le nuove generazioni ed è il primo lavoro di ricerca ampio di Valore D che indaga come i giovani italiani immaginano il loro futuro lavorativo, quali attitudini e valori ispirano i loro approcci e quali ostacoli e stereotipi intravedono nel loro percorso per comprendere ciò che influenza le loro scelte.
Dalla ricerca, nella sua prima parte sugli studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo grado (un campione di 500 studenti di età̀ compresa tra gli 11 e i 14 anni, iscritti all’anno scolastico 2021-2022) emerge, quanto la società mostri alle nuove generazioni una realtà ancora troppo legata ai più tradizionali stereotipi e che sono spesso i genitori a percepire alcune attitudini con una forte connotazione di genere.
La propensione allo studio
Tra i ragazzi è diffusa l’idea di essere più portati per determinati ambiti di studio in quanto maschi: circa il 50% pensa di essere più portato delle sue coetanee femmine in informatica, tecnologia ed educazione fisica, quasi il 40% ne è convinto per quanto riguarda matematica e scienze e il 30% per educazione tecnica.
Il futuro immaginato
Risulta più plausibile per i ragazzi rispetto che per le ragazze immaginare di avere un buono stipendio (47% contro 35%) e di fare esperienza all’estero (36% contro 31%). Al contrario, risulta più auspicabile per le ragazze avere un buon rapporto tra lavoro e vita privata (48% contro 43%) e seguire l’esempio della propria famiglia (22% contro 16%).
Le attitudini dei ragazzi/e
Se lo studio è importante per 1 giovane su 3 a prescindere dal genere, sono più I ragazzi rispetto alle ragazze a prediligere l’essere ambiziosi (13% contro 9%) e il conoscere molte persone (9% contro 5%). Le ragazze invece ritengono importante dimostrare passione e perseveranza (29% contro 20%).
I modelli dei giovani
Per i ragazzi il padre si conferma come maggiore fonte di ispirazione per il futuro (53%), a seguire, lontanissima, la madre (35%). Per le ragazze è la madre al primo posto (49%), seguita dal padre (45%).
Le sei professioni più ambite
Infine, sono sei i mestieri più ambiti dagli studenti e dalle studentesse. Il lavoro a cui punta la maggioranza, a prescindere dal genere, è il medico (14% ragazzi, 15% ragazze). Per i ragazzi, al secondo posto troviamo l’ingegnere (9%), al terzo il calciatore (8%), seguiti da militare (6%), veterinario (5%) e informatico (5%). Per le ragazze, invece, al secondo posto troviamo l’insegnante (9%), al terzo l’artista (9%), seguiti da veterinaria (8%), ingegnere (5%) e militare (5%).
“Per arrivare alla piena parità tra uomo e donna occorre un lungo e profondo lavoro culturale che smantelli quei pregiudizi inconsapevoli che perpetuano una condizione di disparità nella nostra società. È un lavoro che dobbiamo iniziare dai banchi di scuola contrastando gli stereotipi che nascono in famiglia e tra gli insegnanti e che ancora influenzano, soprattutto le ragazze, nelle loro scelte scolastiche e professionali”, dichiara Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D, che conclude: “Dobbiamo far capire alle ragazze che possono fare e diventare tutto quello che desiderano”.
La campagna #nonèdamaschio è stata presentata in anteprima davanti alle ragazze e ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” di Roma. All’evento, condotto dalla giovane giornalista e scrittrice, Jennifer Guerra, hanno partecipato Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D, insieme ad alcune role model di #nonèdamaschio che hanno condiviso le loro esperienze con le alunne e gli alunni della scuola secondaria di primo grado, incoraggiandoli a seguire i propri sogni e ispirandoli al cambiamento e ad una visione non stereotipata del loro futuro.
La campagna è stata lanciata su Instagram e TikTok con l’hashtag #nonèdamaschio. Per l’occasione è stato realizzato un apposito filtro Instagram, contenente numerose frasi stereotipate, per invitare le ragazze e i ragazzi a condividere in maniera divertente le proprie storie contro i pregiudizi.
Il video della campagna #nonèdamaschio
Per la ricerca integrale “Sognando il futuro e il lavoro – Opinioni e attitudini dei giovani studenti italiani”, realizzata da IPSOS per Valore D