L’indagine condotta da EY e SWG ha l’obiettivo di indagare la presenza e il ruolo delle donne all’interno delle aziende italiane. L’analisi è stata condotta nel mese di febbraio 2022 attraverso una rilevazione su donne lavoratrici e uomini e donne manager, dirigenti, quadri e imprenditori/trici.
Quello che è emerso è che solo il 44% dei dirigenti intervistati conosce la certificazione di parità di genere prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questa certificazione è inserita all’interno della Missione 5 del PNRR “Coesione e inclusione” ed è stata introdotta con l’obiettivo di ridurre il gender gap in tutte le aree che presentano maggiori criticità.
Tra i dirigenti c’è comunque un alto consenso ad introdurre premi ed incentivi per realizzare obiettivi misurabili di parità di genere, anche se c’è una disparità tra i generi: è favorevole il 66% delle dirigenti donne e scende al 53% il consenso dei dirigenti uomini.
Anche per altre tematiche il percepito appare distante tra i dirigenti donne e uomini, ad esempio quando si parla di effettiva equità nel trattamento di uomini e donne (donne e uomini sono trattati con equità secondo il 76% dei dirigenti uomini, contro il 50% delle dirigenti donne). Ma su un aspetto fondamentale la visione è univoca: tre dirigenti su quattro concordano sul fatto che gli obiettivi aziendali vengono raggiunti meglio da imprese con una leadership equilibrata dal punto di vista del genere.
Infine di fronte alla richiesta di raccontare i propri vissuti all’interno del contesto lavorativo emerge un quadro di netto squilibrio di genere. Circa il 30% delle lavoratrici ritiene che la posizione occupata non sia in linea con le proprie competenze ed aspettative. Il 36% non ritiene adeguatamente valorizzate le proprie competenze e oltre il 40% ritiene inadeguata la retribuzione. Tutto ciò in un contesto in cui la metà delle intervistate ritiene presente una sperequazione di possibilità di carriera e di compensi tra uomini e donne.